Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Le avventure di Valentina A Bassano l’omaggio a un’icona del fumetto
Nell’esposizione, curata dai figli, presenti anche gli omaggi a Fantastici Quattro e Corto Maltese Sexy e avventurosa: a Bassano una mostra sull’icona del fumetto creata da Crepax. Le tavole veneziane
«Valentina è una visione, negli anni Sessanta, di quella che sarebbe diventata la donna oggi», dice Antonio, figlio di Guido Crepax, indicando la tavola originale di La curva di
Lesmo in cui, per la prima volta, viene ritratta, china su carta, quella che sarebbe diventa tout court l’icona femminile del fumetto. Tavola esposta, assieme a tanti altri gioielli, nella mostra «Valentina. Una vita con Crepax» che si è inaugurata al museo Civico di Bassano del Grappa, Vicenza (fino al 15 aprile).
Valentina è il caschetto nero di Louis Brooks, è la sensuale fotografa che vive e invecchia nelle decadi di avventure; Valentina è la spericolatezza d’avanguardia delle inquadrature, è dettaglio e immagine; Valentina è Guido Crepax. Guido Crepax è Valentina. «Per la prima volta abbiamo voluto raccontare non solo il personaggio che ha creato, ma l’arte e la vita di mio padre attraverso Valentina, suo alter ego a fumetti», suggerisce Antonio Crepax che assieme ai fratelli Caterina e Giacomo ha curato la mostra ai Civici di Bassano, indicandone il percorso. Un viaggio che parte da Venezia, città nodale per l’architetto, grafico pubblicitario, illustratore e fumettista milanese, che nel 1992 aveva dedicato al maestro della Nona Arte (scomparso nel 2003) una mostra a Ca’ Pesaro. Se infatti l’ingresso di «Valentina. Una vita con Crepax» lo si fa sfiorando le riproduzioni
degli omaggi che l’artista aveva realizzato per il mondo del fumetto (dai Fantastici Quattro a Corto Maltese fino alla sexy Valentina (s)vestita da Paperino), la mostra si apre proprio con un ampio focus sulla città. Non solo le canoniche, straordinarie, tavole in cui viene ritratta Venezia scelte da La curva di Lesmo (1965), Le Zattere (1980), Anthropology e Casanova, ma anche i primi fumetti e i teatrini realizzati in città da Guido, enfant prodige 12enne.
Il papà del fumettista, Gilberto Crepax, era di Dolo, primo violoncellista alla Fenice di Venezia e poi della Scala. A causa dei bombardamenti su Milano Gilberto aveva portato la famiglia dal 1942 al 1945 al Lido di Venezia, dove il piccolo Guido passava le giornate al cinema Santa Margherita. «Venezia è stata per lui la magica città dove ha scoperto come si poteva raccontare per immagini e parole, nel cinema come nel fumetto che del cinema è la sceneggiatura ideale». L’estetica, la ricercatezza, l’innovazione dell’immagine, i dettagli da capogiro, il montaggio alla Godard si (re)incontrano nelle tante illustrazioni e tavole, dalle storie di Valentina a quelle legate ai personaggi della letteratura, ma le maggiori sorprese si fanno nel Crepax meno noto, quello dei soldatini di carta e dei giochi da tavola, così come nelle copertine dei dischi e nella pubblicità. Su tutte, la ricostruzione della battaglia di Solferino e San Martino in un pannello di oltre un metro. Opere che si ritrovano nel catalogo acquistabile in mostra (140 pagine, 25 euro).
” Per lui Venezia è stata una città magica Qui ha scoperto come raccontare per immagini e parole
” Quel personaggio è stata una visione di quella che sarebbe diventata la donna di oggi È stata l’alter ego di mio padre