Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La gondola «fascista»
Cuscini con profilo del Duce e simbolo della X Mas. Protesta l’Anpi: «Non sono goliardate»
VENEZIA Due cuscini con il profilo del Duce in tinta oro in bella vista sui sedili. E il «cimier», cioè la decorazione che incornicia i sedili, con il simbolo della X Mas, una «X» circondata dalla catena di un’ancora. Sopra ai sedili una coperta in velluto nero bordata di oro. Ed ecco che la gondola da emblema della città conosciuto in tutto il mondo, diventa simbolo fascista.
Il fatto risale a un mese fa ma solo ieri la foto della gondola ha iniziato a girare sui social network. La gondola è rimasta ormeggiata solo pochi minuti allo stazio Trinità, a due passi da Piazza San Marco, lo stazio dove lavora il suo proprietario. Il tempo di postare la foto sul gruppo Facebook non pubblico dei gondolieri ed è subito arrivata al proprietario la telefonata del presidente dei Bancali Andrea Balbi che ha ordinato di farla sparire. «È un fatto gravissimo quanto accaduto perché la gondola nei secoli non ha mai avuto colore politico, è sempre stata la gondola e basta – dice Balbi -. Le idee politiche vanno espresse nel voto e nelle sedi opportune e non in questo modo».
Il gondoliere è stato richiamato e ammonito dai bancali del suo stazio. «È stata una goliardata – commentano i colleghi dallo stazio – ha apparecchiato così la barca solo per farci una foto, ma non ha mai portato alcun turista. In ogni caso era una cosa che non andava fatta, come categoria ci dissociamo da questo atto».
I pope infatti hanno un gruppo non pubblico in cui postano foto a tema gondola. Di certo deve averci speso un po’, non tanto per i cuscini, quanto piuttosto per la decorazione del «cimier», e a quanto pare ha trovato un artigiano disposto a fare il lavoro. «Credo l’abbia fatto solo come goliardata, non pensava che la foto sarebbe mai uscita da quel gruppo – aggiunge il presidente Balbi – ciò non toglie che sia una cosa grave che ha portato a un richiamo formale».
Ma a quanto pare qualcuno dei 433 gondolieri e 200 sostituti si è fatto sfuggire l’immagine. Non si può dire che si tratti di una leggerezza di gioventù visto che il protagonista si avvicina alla cinquantina. Su Facebook si è subito scatenata la polemica.
C’è chi scherzosamente ha chiesto di prenotarsi un giro e chi l’ha chiamata «la gondola del principe Junio Valerio Borghese». È stata invocato l’Ente gondola, soppresso dall’amministrazione Brugnaro: «per l’autore ci sarebbe stata una punizione esemplare». Condannano l’episodio l’Anpi di Venezia e l’Iveser, l’Istituto veneziano per la storia della Resistenza. «Non sono goliardate, la gondola e il caso della spiaggia di Sottomarina, ma sono modi di far apparire normali all’opinione pubblica ciò che invece è anomalia – interviene per l’Anpi 7 Martitri Gian Luigi Placella – sono cose che non vanno minimizzate e le istituzioni di fronte a questi fatti devono prendere posizione. Inoltre l’Italia ha una Costituzione permeata da principi antifascisti, essere autori di tali fatti vuol dire non riconoscersi più nei valori della Repubblica».
Il direttore dell’Iveser Marco Borghi aggiunge: «Questo atteggiamento di interpretare tali fatti come goliardate è pericoloso, porta all’assuefazione rispetto a simboli che invece hanno un gran peso».