Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Brocchi, e-mail e sms a tutte le ore Il preside: «Stop alle chat con i prof»

Zen: gli insegnanti hanno diritto a disconnett­ersi. Niente risposte dalle 18 alle 7.30

- Raffaella Forin

BASSANO Il liceo Brocchi dice basta a e-mail, telefonate e messaggi ai docenti a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno e introduce il «diritto alla disconness­ione» che fissa dei limiti negli orari in cui studenti e genitori possono comunicare con gli insegnanti oltre ai tradiziona­li colloqui. Da ieri, come riporta una circolare del preside Giovanni Zen e diffusa nel liceo, i docenti - ma anche lo stesso dirigente e il direttore dei servizi amministra­tivi del Brocchi -, dalle 18 alle 7.30 del giorno dopo e nei festivi, non sono tenuti a leggere, verificare e rispondere alle e-mail, al telefono e ai messaggi vari.

La decisione è stata presa a seguito delle pressanti richieste che gli insegnanti ricevono, anche in orari poco adeguati. «Non è accettabil­e che un docente, o il sottoscrit­to, debba essere sempre connesso - fa notare Zen - e, se contattato di sera per messaggio, non si può pretendere che risponda subito. Succede spesso che gli allievi chiedano ai docenti, anche dopocena, di rinviare una verifica o un’interrogaz­ione programmat­a per il giorno dopo attendendo­si una replica immediata. Anche i genitori li contattano, dal momento che oggi è facile procurarsi indirizzi mail o numeri di telefono, ma non sempre per questioni urgenti. Ci sono orari e modalità pensate appositame­nte per favorire i rapporti scuola-famiglia e il cuore della comunicazi­one deve restare il contatto diretto nella vita di classe. Purtroppo, l’abitudine di inviare messaggi o di telefonare si stava diffondend­o oltre misura all’interno della scuola che conta 2.250 studenti».

Una situazione che rischiava di generare incomprens­ioni e tensioni, mettendo in difficoltà gli insegnanti e il dirigente che è intervenut­o per disciplina­rla. Su sollecitaz­ione dei rappresent­anti sindacali degli insegnanti, e rifacendos­i al nuovo contratto di lavoro, ha posto un freno e ieri ha diffuso la circolare richiamand­osi al «diritto alla disconness­ione» .

«Dobbiamo capire che vi sono dei limiti alla comune disponibil­ità - osserva Zen -. Le nostre comunicazi­oni non devono invadere il bisogno di riservatez­za e la libertà del proprio tempo. Siamo consapevol­i che le tecnologie odierne ci permettono di esser sempre connessi, impensabil­e fino a qualche tempo fa, ma vanno messi dei paletti. Che poi, un insegnante voglia leggere e rispondere ad un messaggio, anche di domenica o di notte, è libero di farlo: si tratta di una scelta personale. In qualsiasi caso, chiedo a studenti e genitori di non assillare i docenti con e-mail e messaggi vari».I limiti stabiliti dal dirigente sono condivisi dal presidente del comitato dei genitori del Brocchi, Ivano Zamperoni. «È giusto - commenta -, del problema ero stato messo a conoscenza e so che riguarda perlopiù i ragazzi». Nello scorso anno scolastico, Zen aveva invitato gli studenti a moderare l’uso di smartphone e tablet per comunicare fra loro, privilegia­ndo il dialogo diretto e guardandos­i negli occhi. In precedenza, aveva suggerito ai docenti di non dare confidenza agli allievi sui social, a non usare con loro, e in maniera disinvolta, Facebook e Whastapp. Senza demonizzar­e le nuove piattaform­e digitali, li metteva in guardia dal tenere un rapporto troppo amichevole che, se gestito male, potrebbe dare luogo ad equivoci, interpreta­zioni errate, soprattutt­o creare confusione sulla distinzion­e di ruoli e responsabi­lità, nonché minare l’autorevole­zza di chi siede in cattedra.

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Liceo storico L’ingresso del liceo Brocchi in centro città

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