Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Brocchi, e-mail e sms a tutte le ore Il preside: «Stop alle chat con i prof»
Zen: gli insegnanti hanno diritto a disconnettersi. Niente risposte dalle 18 alle 7.30
BASSANO Il liceo Brocchi dice basta a e-mail, telefonate e messaggi ai docenti a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno e introduce il «diritto alla disconnessione» che fissa dei limiti negli orari in cui studenti e genitori possono comunicare con gli insegnanti oltre ai tradizionali colloqui. Da ieri, come riporta una circolare del preside Giovanni Zen e diffusa nel liceo, i docenti - ma anche lo stesso dirigente e il direttore dei servizi amministrativi del Brocchi -, dalle 18 alle 7.30 del giorno dopo e nei festivi, non sono tenuti a leggere, verificare e rispondere alle e-mail, al telefono e ai messaggi vari.
La decisione è stata presa a seguito delle pressanti richieste che gli insegnanti ricevono, anche in orari poco adeguati. «Non è accettabile che un docente, o il sottoscritto, debba essere sempre connesso - fa notare Zen - e, se contattato di sera per messaggio, non si può pretendere che risponda subito. Succede spesso che gli allievi chiedano ai docenti, anche dopocena, di rinviare una verifica o un’interrogazione programmata per il giorno dopo attendendosi una replica immediata. Anche i genitori li contattano, dal momento che oggi è facile procurarsi indirizzi mail o numeri di telefono, ma non sempre per questioni urgenti. Ci sono orari e modalità pensate appositamente per favorire i rapporti scuola-famiglia e il cuore della comunicazione deve restare il contatto diretto nella vita di classe. Purtroppo, l’abitudine di inviare messaggi o di telefonare si stava diffondendo oltre misura all’interno della scuola che conta 2.250 studenti».
Una situazione che rischiava di generare incomprensioni e tensioni, mettendo in difficoltà gli insegnanti e il dirigente che è intervenuto per disciplinarla. Su sollecitazione dei rappresentanti sindacali degli insegnanti, e rifacendosi al nuovo contratto di lavoro, ha posto un freno e ieri ha diffuso la circolare richiamandosi al «diritto alla disconnessione» .
«Dobbiamo capire che vi sono dei limiti alla comune disponibilità - osserva Zen -. Le nostre comunicazioni non devono invadere il bisogno di riservatezza e la libertà del proprio tempo. Siamo consapevoli che le tecnologie odierne ci permettono di esser sempre connessi, impensabile fino a qualche tempo fa, ma vanno messi dei paletti. Che poi, un insegnante voglia leggere e rispondere ad un messaggio, anche di domenica o di notte, è libero di farlo: si tratta di una scelta personale. In qualsiasi caso, chiedo a studenti e genitori di non assillare i docenti con e-mail e messaggi vari».I limiti stabiliti dal dirigente sono condivisi dal presidente del comitato dei genitori del Brocchi, Ivano Zamperoni. «È giusto - commenta -, del problema ero stato messo a conoscenza e so che riguarda perlopiù i ragazzi». Nello scorso anno scolastico, Zen aveva invitato gli studenti a moderare l’uso di smartphone e tablet per comunicare fra loro, privilegiando il dialogo diretto e guardandosi negli occhi. In precedenza, aveva suggerito ai docenti di non dare confidenza agli allievi sui social, a non usare con loro, e in maniera disinvolta, Facebook e Whastapp. Senza demonizzare le nuove piattaforme digitali, li metteva in guardia dal tenere un rapporto troppo amichevole che, se gestito male, potrebbe dare luogo ad equivoci, interpretazioni errate, soprattutto creare confusione sulla distinzione di ruoli e responsabilità, nonché minare l’autorevolezza di chi siede in cattedra.