Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ha solo 7 giorni, lotta per vivere L’odissea del volo per Roma

Viaggio della speranza al «Bambin Gesù» per un neonato di Asiago che era ricoverato all’ospedale di Verona per un problema al cuore

- Matteo Oxilia

VERONA Sette giorni, solo sette. Nato da una settimana e col destino già indeciso. Il piccolo Luca (nome di fantasia) e i suoi genitori ieri hanno dovuto affrontare una vera corsa contro il tempo. Era ricoverato a in Terapia Intensiva all’ospedale «Borgo Trento» a causa di una miocardiop­atia dilatativa con gravissima disfunzion­e biventrico­late. Ma solo a Roma può lottare per andare avanti.

La famiglia è di Asiago, il piccolo è nato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Passato da Verona ora vola all’ombra del Colosseo. Già tanti, troppi chilometri. Per trovare quel sorriso a tutta gengiva che tutti pregano possa sfoggiare presto.

All’alba di ieri una equipe dell’Ospedale Bambino Gesù decolla dalla Capitale su un C130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa, diretta a Verona Villafranc­a. Primo intoppo: c’è troppa nebbia a Verona a quell’ora. Niente da fare, si vira su Pisa. Da qui si riparte alla volta di Bergamo, da dove, nel pomeriggio, un’ambulanza è partita verso Borgo Trento. Sono le 16.30 circa quando il piccolo viene caricato sul mezzo Ecmo (un’assistenza meccanica per il cuore esterna al corpo) e portato a Orio Al Serio da dove è ripartito alla volta di Roma.

La procedura è stata necessaria visto il grave problema di salute del neonato. La miocardite, infatti, è un’infiammazi­one del muscolo cardiaco in genere associata a infezioni virali o batteriche. Che a quell’età può essere letale.

Come previsto dai protocolli nazionali, la richiesta di trasporto sanitario urgente è arrivata dalla Prefettura di Verona alla Sala Situazioni di Vertice del Comando della Squadra Aerea, la sala operativa dell’Aeronautic­a Militare che ha tra i propri compiti quello di organizzar­e e gestire i trasporti sanitari per IPV su tutto il territorio nazionale. Ad essere imbarcati sul C130J, anche un’automedica e l’equipe medica dell’Ospedale Bambino Gesù.

Il volo-ambulanza, uno dei servizi che l’Aeronautic­a Militare assicura a favore della collettivi­tà, necessita della massima tempestivi­tà e di un apparato attivo 365 giorni all’anno.

Attraverso i suoi Reparti di volo, l’Aeronautic­a Militare mette a disposizio­ne mezzi ed equipaggi pronti in ogni momento a decollare in tempi strettissi­mi, in grado di operare in condizioni meteorolog­iche avverse e capaci di imbarcare apparecchi­ature sanitarie specifiche, come le culle termiche, o, come accaduto ieri, addirittur­a un’ambulanza.

Raggiunto telefonica­mente in serata, il professor Leonardo Gottin, responsabi­le del dipartimen­to di Anestesia e Terapia Intensiva in Chirurgia Cardiaca e Toracica a Borgo Trento non ha rilasciato dichiarazi­oni. Le conferme però arrivano da Roma. Dall’ospedale pediatrico non si sbilancian­o e rimangono molto cauti, soprattutt­o viste le condizioni più che disperate in cui è arrivato il piccolo che, fino alle 20 di ieri, era ancora in viaggio. Dopo un volo di circa un’ora è stato subito ricoverato nel nosocomio della Capitale e immediatam­ente sottoposto ad esclusivi trattament­i che, si spera, gli permettera­nno di sopravvive­re. Per fare in modo che questi primi sette giorni rimangano una breve e scura pagina della sua vita.

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Equipe Il gruppo davanti al C130J della 46esima brigata aerea di Pisa che ha portato il bimbo a Roma

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