Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Furto di segreti industriali», inizia il processo a Cicero
VICENZA In aula per difendersi dall’accusa di essersi appropriato, come manager e inventore morale, del kit per il motore elettrico delle auto e di averlo messo a disposizione poi della concorrenza, dalla quale era andato a lavorare dopo essersi licenziato. Inizia mercoledì il processo a carico di Claudio Cicero, assessore alle Infrastrutture del Comune di Vicenza, già manager di un’azienda vicentina per la commercializzazione di veicoli elettrici ed esperto di meccanica.
Le contestazioni dalle quali dovrà difendersi il politico 57enne nel corso del dibattimento davanti al giudice Filippo Lagrasta sarebbero del 2013. È allora che Cicero, general manager della «Micro-vett srl» di Altavilla, vincolato dal patto di riservatezza, lavora a un kit per la conversione dei motori termici in elettrici di auto, in grado di mantenere inalterate tutte le caratteristiche funzionali dei mezzi. L’idea si sviluppa, l’azienda di Giulio Bocchi prende contatti anche con Fiat e tratta anche con partner quale la «Blutec srl» di Pescara, disposta a pagare anche un milione di euro per la licenza in esclusiva del kit. Nonostante le diverse offerte e proposte tra le due società non si arriva a nulla. Nel 2016 il progetto - di cui era inventore morale Cicero e di cui Bocchi aveva depositato il brevetto - si spegne. Pochi mesi dopo, per l’accusa, Cicero si sarebbe licenziato per lavorare con i concorrenti della «Blutec srl» di Pescara, partner di Fiat, portando contatti e copia del brevetto da lui inventato ai concorrenti. Per i quali aveva iniziato a lavorare come responsabile di divisione il 27 gennaio 2017, quattro giorni dopo aver presentato le sue dimissioni irrevocabili alla srl di Altavilla. L’assessore, difeso dall’avvocato Andrea Balbo, già nei mesi scorsi aveva respinto le accuse formulate dal pubblico ministero Claudia Brunino e cioè di appropriazione indebita aggravata e di rivelazione di segreti industriali, facendo sapere: «Sono tranquillo perché non ho mai rubato nulla. Sono sempre stato corretto e sono certo che questo emergerà nel corso del dibattimento». Giulio Bocchi, già titolare della «Micro-vett», si costituirà parte civile nel processo con l’avvocato Marco Dal Ben. Per l’imprenditore i danni subiti sarebbero ingenti, di oltre un milione, importo che ora potrebbe reclamare. Giustificati, a suo dire, dal fatto che avrebbe perso l’opportunità di lavorare con Fiat, che era interessata per le vetture Fiat Doblò a motore elettrico. Un progetto per la mobilità sostenibile, quel kit, in realtà utilizzabile anche per mezzi a tre ruote come scooter usati da postini o corrieri.