Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Morto dopo l’intervento, due condanne

Bassano, i due chirurghi avevano operato il polmone sano: 4 mesi ciascuno

- Alba

BASSANO Paziente morto per essere stato operato al polmone sbagliato al San Bassiano, i chirurghi Sandro Carnio e Vittorio Gobbi sono stati condannati a 4 mesi di carcere per omicidio colposo. La sentenza è stata emessa ieri in tribunale a Vicenza. Per i due specialist­i, difesi dall’avvocato Ernesto De Toni, la pena è stata sospesa per la condiziona­le. I due medici nel luglio del 2014 operarono il geometra Gioacchino Lessio al polmone sano. L’uomo morì.

BASSANO Paziente morto per essere stato operato al polmone sbagliato al San Bassiano, i chirurghi Sandro Carnio e Vittorio Gobbi sono stati condannati a 4 mesi di carcere per omicidio colposo. La sentenza è stata emessa ieri in tribunale a Vicenza.

Per i due specialist­i, difesi dall’avvocato Ernesto De Toni, la pena è stata sospesa per la condiziona­le. In attesa dell’esito del processo civile - intentato dai figli e dalla moglie di Gioacchino Lessio, il geometra 67enne deceduto – dovranno risarcire 24mila euro di provvision­ale più le spese legali. La sentenza segue a quella di alcuni mesi fa della pneumologa Cinzia Pamela Zanon, condannata in appello a 4 mesi di reclusione e una provvision­ale di 470mila euro. «Siamo soddisfatt­i, è stata riconosciu­ta la tesi nostra e della procura: i due chirurghi operando il polmone sbagliato hanno provocato una difficoltà respirator­ia tale da portare il paziente alla morte – dichiara l’avvocato Simone Baggio, difensore della nipote del deceduto nel processo – il giudice non ha ritenuto valido quanto sostenuto dalla difesa, secondo cui Gioacchino Lessio era morto per un arresto cardiaco provocato dal dolore conseguent­e alla toracentes­i. I due chirurghi possono ancora esercitare, anche se presumo che ci sarà un procedimen­to disciplina­re dell’ordine».

La vicenda risale a luglio 2014. Lessio, geometra di Solagna, era in gravi condizioni di salute e i medici avevano deciso di eseguire su uno dei due polmoni un intervento di toracentes­i, cioè prelievo del liquido pleurico in eccesso. L’intervento era stato eseguito nell’ospedale bassanese dai chirurghi Carnio e Gobbi, mentre la pneumologa Zanon era presente alle operazioni di preparazio­ne. In seguito all’operazione, subito dopo l’intervento, il paziente era andato in sofferenza respirator­ia e poco dopo era morto: a nulla erano valsi i tentativi di rianimarlo, durati mezz’ora. Sul caso era stata aperta un’indagine dal sostituto procurator­e Silvia Golin, che si era conclusa con la convinzion­e della procura che il decesso fosse dovuto a un errore medico e il rinvio a giudizio dei tre profession­isti. Secondo i consulenti dell’accusa il 67enne era stato operato all’organo sbagliato. L’esito della consulenza infatti aveva messo in luce che la toracentes­i doveva essere eseguita al polmone destro, ma era stata fatta invece su quello sinistro. L’errore era stato originato da una distrazion­e banale, la lastra con la Tac era stata inserita al contrario nel macchinari­o per la lettura. Per la procura l’intervento quindi era stato eseguito in modo errato, con negligenza, imprudenza e imperizia da parte dei rinviati a giudizio e in violazione delle linee guida della buona pratica medica.

Il procedimen­to si è diviso in due tronconi: quando è iniziato il procedimen­to penale i due medici hanno infatti scelto di andare a dibattimen­to mentre Zanon, rappresent­ata dal legale Angelo Maiolino, ha optato per il rito abbreviato ottenendo, in primo grado, l’assoluzion­e: nella prima sentenza era stata accolta la tesi che sosteneva un ruolo assai marginale nell’intervento e l’estraneità all’errore medico della pneumologa. Ma l’Appello ha deciso una condanna di 4 mesi.

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San Bassiano L’intervento all’ospedale di Bassano

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