Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Lavoro, 46 vittime La Cisl: «Agli Spisal i 30 tecnici promessi»
VENEZIA «È incomprensibile che, a distanza di mesi, non si siano ancora assunti i 30 tecnici previsti per i Servizi prevenzione degli infortuni sul lavoro delle Ulss (Spisal). Eppure basterebbe attingere dalla graduatoria dell’ultimo concorso, svoltosi in autunno, con quasi 90 nomi». Il rilievo giunge da Gianfranco Refosco, segretario regionale della Cisl, commentando i dati degli infortuni sui luoghi di lavoro registrati in Veneto nel 2018 ed intravvedendo, nel loro andamento negli anni, gli indizi di una costante flessione. «Sono numeri che ci confermano come in Veneto si possa puntare, realisticamente, ad una sostanziale eliminazione di questo drammatico fenomeno – aggiunge - e il protocollo sottoscritto lo scorso luglio in Regione va su questa strada».
Ma di potenziare il sistema di controllo, a quanto pare, non si ne parla e non passa inosservato come anche il legislatore nazionale non si dimostri abbastanza sensibile al problema. Nella legge di Bilancio 2019, fa notare ancora il leader della Cisl veneta, «si riduce la contribuzione per l’Inail finanziandola con il taglio delle agevolazioni verso le aziende virtuose e delle risorse destinate alla prevenzione, come quelle sulla formazione». Difficile non notare, inoltre, la persistenza dei casi di coltivatori vittime del rovesciamento dei trattori. «I nostri rappresentanti del settore chiedono da anni che ci sia un bando, sia Inail che sul Piano regionale per l’agricoltura, destinato a finanziare gli interventi di messa in sicurezza (cosiddetti antiribaltamento) di questi mezzi».
Per venire ai numeri, lo scorso anno in Veneto le persone che hanno perso la vita lavorando sono state 46, tutti maschi, e il calcolo conferma la tendenza, in atto da alcuni decenni, di una lenta ma progressiva riduzione di infortuni con esito mortale. Tra il 2011 ed il 2018 si sono infatti contate nella nostra regione 364 vittime, con in minimo storico, 37, nel 2013, ed un massimo di 53 l’anno successivo.
Continua ad essere evidente l’età di oltre i 65 anni di una vittima su quattro che la Cisl giudica «assolutamente sproporzionata rispetto agli occupati in quella fascia di età». Si tratta quasi sempre di agricoltori che continuano ad usare trattori vecchi privi di sistemi di protezione e non è un caso se tali eventi si verificano soprattutto nelle province ancora ad alta intensità di lavoro sui campi e contraddistinte da rilievi collinari, i più insidiosi per manovrare macchine agricole. I deceduti nel 2018 sono stati 13 in provincia di Verona e 9 in ciascuna delle province di Vicenza e di Treviso.