Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Sono accuse inconcepib­ili, ho dedicato la vita allo Stato»

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VENEZIA «Sono avvilita. Ho sacrificat­o la mia intera esistenza per servire lo Stato e, dopo tanti anni, ecco che mi ritrovo invischiat­a in una vicenda come questa...».

L’ex prefetto di Gorizia (ma anche di Treviso) Maria Augusta Marrosu, 65 anni, risponde al telefono con voce affranta. È indagata dalla procura di Gorizia per reati che vanno dalla turbativa d’asta al concorso esterno in associazio­ne a delinquere, fino all’omesso controllo dei documenti contabili che, tra il 2013 e il 2015, venivano inviati alla prefettura dalle cooperativ­e finite sotto accusa per la gestione del Cie e del Cara di Gradisca d’Isonzo.

Il prefetto, oggi in pensione, almeno per ora non vuole entrare nel merito delle accuse che le vengono rivolte («Lascio che se ne occupi il mio avvocato. Mi confronter­ò con lui sull’eventualit­à di chiedere alla procura di sentire ciò che ho da dire in mia difesa») ma assicura di riconoscer­si «totalmente» nelle parole pronunciat­e dal suo collega di Venezia, Vittorio Zappalorto, pure lui indagato.

«Non riesco neppure a descrivere il mio stato d’animo - prosegue Maria Augusta Marrosu - è talmente inconcepib­ile ciò che sta accadendo... Ho investito l’intera carriera nel servizio al territorio. Credo che in molti ancora si ricordino di me, come prefetto, per aver fatto delle cose positive. Eppure, è sotto gli occhi di tutti ciò che sta capitando alla sottoscrit­ta ma anche a molti altri colleghi in giro per l’Italia». (a.pri.)

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Operò a Treviso Il prefetto Maria Augusta Marrosu

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