Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Quei 400 cani trovatelli adottati e ora arrivano anche i nuovi box
L’Usl investe novantamila euro per sistemare l’area alla Gogna. Pavesi: «Lavori finiti entro l’estate». Pochi gli animali che non riescono ad avere un padrone
VICENZA Gregor è un American Staffordshire dal pelo marrone pezzato: in piena salute, salta e abbaia nel suo box. Adolfo, pastore del Caucaso, ulula interrogativamente a chi passa e ammira il suo setoso pelo tricolore. Forse spera sia qualcuno intenzionato ad adottarlo. Lo stesso si può dire per Gedeone, bianco maremmano, Thor, muscoloso dobermann nero, o Black, bellissimo togo argentino: tutti quattrozampe «di carattere» che attendono un nuovo padrone, qualcuno che voglia loro bene sul serio ma che sia anche capace di imporsi. In attesa che arrivi però l’Usl 8 di Vicenza ha una bella novità per loro: il canile sanitario di via Mantovani, le gabbie ormai arrugginite dove sono ospitati, verrà completamente rinnovato con un investimento di 90mila euro. «Pronto entro l’estate» assicura il direttore generale Giovanni Pavesi. Al canile Rifugio del Cane, nella zona di Gogna, la gestione è affidata a molti volontari Enpa oltre che ad alcuni specialisti dell’Usl: i medici Enrico Lagreca, Cristina Marcolin, Stefano Ferrarin del Servizio di prevenzione con il coordinamento del direttore sanitario Salvatore Barra.
«Qui in via Mantovani e al canile di Arzignano arrivano i cani trovati per strada – spiega Lagreca – sono dai 900 ai mille all’anno, nell’Usl 8. In più della metà dei casi i proprietari vengono rintracciati grazie al microchip. E riusciamo a far adottare ogni anno un numero superiore di animali rispetto a quelli che arrivano». Nel 2018 in via Mantovani sono arrivati 316 cani, ma ne sono usciti di più. I quattrozampe rimangono al massimo una decina di giorni sotto le cure dell’Usl (vengono controllati e vaccinati) e appena vengono rintracciati i padroni vengono riconsegnati. Per chi ha perso il proprio cane c’è un «conto» da pagare, le spese sanitarie e spesso una multa che arriva dal Comune in cui è stato recuperato l’animale (in tutto circa un centinaio di euro).
A volte però i padroni non si trovano, in quel caso il sostentamento dopo il decimo giorno è a carico dei municipi e i cani vengono dati in adozione: «Operiamo anche attraverso molti “rifugi” più piccoli, diffusi nel territorio. Per qualcuno però l’adozione è estremamente complicata – osserva il dg Pavesi – abbiamo deciso di rinnovare la struttura perché continui ad essere un modello a livello regionale». Ad oggi i quattrozampe ospitati nel canile sanitario sono circa un centinaio. L’area si compone di box metallici con degli spazi interni coperti e un corridoio fra una fila e l’altra che consente agli operatori di intervenire nelle gabbie, isolando eventualmente gli ospiti per pulirle quando si tratta di animali pericolosi.
«L’area oggetto dell’intervento sono una ventina di box, di fatto metà del canile: verranno completamente cambiati perché molti punti all’interno sono arrugginiti» riprende Lagreca. Purtroppo, ci sono alcuni quattrozampe che nel canile passano molti mesi. Qualcuno è qui da più di un anno: «Rimangono soprattutto cani di alcune razze, dall’american staffordshire al pitbull, al rottweiler, ai pastori tedeschi adulti» rileva Lagreca. Thor, Gregor, Adolfo, Gedeone e altri animali di dimensioni importanti infatti richiedono attenzioni speciali anche da chi opera nel canile: solo persone esperte possono accompagnarli a fare passeggiate, il rischio di essere morsi o aggrediti è reale. «A volte è proprio il nostro servizio veterinario a intervenire per sequestrare i cani, dopo più casi di persone ferite e curate in Pronto Soccorso» osserva la veterinaria Marcolin. Così è stato per il dobermann Thor, portato via dopo tre morsicature nella famiglia in cui viveva. «Sono esemplari più problematici, vanno riadattati a una situazione di famiglia – conclude Lagreca – ma si può fare. Fra i progetti che abbiamo, per ora a livello di idee, c’è la realizzazione nel canile di uno spazio antropologico: una sorta di finto appartamento, proprio con questo fine».