Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Case affittate a prostitute ed evasione sei anni agli immobiliaristi del sesso
Il giudice ha disposto il sequestro di quasi mezzo milione di euro a tre di loro
BASSANO Condannati gli «immobiliaristi del sesso», specializzati nell’affitto di appartamenti per giri di prostituzione fra Bassano, Vicenza, Montebelluna e Schio. Il Gup di Vicenza Matteo Mantovani ha condannato a un anno e quattro mesi di carcere il trevigiano Massimiliano Mastroianni e a un anno Paolina Maiolo, vicentina. Hanno invece patteggiato i bassanesi Claudio Fiorese (due anni e due mesi) e Denis Pavin ( un anno e dieci mesi)
I quattro sono stati processati per il complesso di accuse derivanti dall’indagine Lucky Flats della guardia di finanza e dei carabinieri. Oltre alla condanna al carcere, il giudice ha disposto la confisca per Fiorese e Mastroianni di beni pari a 377mila euro più altri 82mila euro per Pavin.
Gli inquirenti hanno ricostruito come il gruppo avesse costituito di fatto una sorta di agenzia «all inclusive» in grado di offrire luoghi di lavoro ideali, con tutti i comfort, a prostitute e transessuali. Il gruppo per la procura si avvaleva di una serie di prestanome a cui erano intestate società fittizie (cartiere, secondo gli investigatori) che venivano utilizzate sia per il giro legato alla prostituzione sia per un’attività parallela di fatturazione fittizia a beneficio di aziende vere. Il gruppo proponeva una ventina di appartamenti fra Vicenza e Treviso che venivano allestiti con qualunque richieste e modifica desiderata dagli inquilini, dal colore delle pareti al bagno in camera, al wifi. Inoltre i bassanesi, secondo gli inquirenti, accompagnavano le squillo nelle case per concordare il sub-affitto dei locali. I prezzi degli immobili subivano una maggiorazione del
500 per cento, le prostitute pagavano anche
500 euro a settimana. I quattro sono stati arrestati nella primavera dello scorso anno e per gli investigatori il business fruttava mezzo milione di euro all’anno. L’attività illegale è stata stroncata da carabinieri e finanzieri bassanesi con un anno di indagini costituite da sopralluoghi, pedinamenti e l’intercettazione di
15mila telefonate. Un’ottantina di militari, nel giorno degli arresti, è stata impegnata in sequestri e perquisizioni estesi anche ad una serie di società venete e lombarde beneficiarie dell’altro ramo di attività illegali, le fatturazioni fittizie: sono state contestate 97 fatture nel
2016 e 5 nel 2017.
Le case venivano affittate a Schio, Bassano, Vicenza e Montebelluna