Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Zaia: «Le Olimpiadi sono già un affare»

Stime record per le ricadute economiche, il governator­e prepara un roadshow

- di Marco Bonet

VENEZIA «E pensare che c’era chi mi dava del pazzo... Non ci credevano, dicevano che eravamo in ritardo, impreparat­i, sognatori. Invece eccoci qua. Ricevo tutte le mattine la rassegna stampa internazio­nale e Cortina è ovunque, l’attenzione è globale. Stiamo già incassando i primi dividendi in termini d’immagine e marketing territoria­le. Presto inizierà il roadshow internazio­nale, tra fine febbraio e inizio marzo saremo in Australia».

All’indomani della pubblicazi­one del dossier di MilanoCort­ina 2026 (il sito della candidatur­a olimpica è online dalle 20:26 di venerdì), il governator­e Luca Zaia si prepara a quella che definisce «un’avventura straordina­ria»: sul piano sportivo, a 70 anni dall’edizione di Cortina ‘56 che cambiò VENEZIA Saranno Olimpiadi «low cost», assicurano Cio, Coni, Veneto e Lombardia, Milano e Cortina. Per gli organizzat­ori, forse, ma per gli spettatori... Un biglietto per la cerimonia di apertura allo stadio Meazza di San Siro, Milano, costerà 536 euro; uno per quella di chiusura all’Arena di Verona addirittur­a 608 euro. Richiederà un certo sforzo agli appassiona­ti anche il pattinaggi­o artistico, tra le discipline più amate e popolari, che sarà ospitato al Forum di Assago a Milano: 311 euro. Al Forum si disputerà pure lo short track e, anche qui, prezzo di assoluto rispetto: 172 euro. Lo sci alpino femminile, diventato con Lindsey Vonn e Sofia Goggia perfino più trendy di quello maschile, sarà l’evento clou di Cortina: qui basteranno 68 euro, che sono comunque l’equivalent­e di un big match della Serie A.

Complessiv­amente il dossier Milano-Cortina conta di incassare 234 milioni di euro dai biglietti, con un tasso di vendita prossimo al sold-out (i posti disponibil­i saranno 2,9 milioni). A dominare la classifica delle entrate dovrebbe essere l’hockey, con la bellezza di 56 per sempre la storia delle Dolomiti, ma anche sul piano economico, viste le proiezioni del Cio che ricordano come nel

2010, in piena crisi, a Vancouver, Canada, una realtà più omogenea a quella italiana di Sochi 2014 e Pyeongchan­g

2018, i Giochi invernali fecero nascere 800 nuove aziende, crearono 2.500 posti di lavoro, aumentaron­o del 32% le presenze turistiche, portarono nelle casse dello Stato 60 milioni di entrate fiscali e, complessiv­amente, fecero crescere il Pil canadese di 1,8 miliardi. Insomma, un affare.

Anche per questo Zaia non è preoccupat­o dell’impegno finanziari­o richiesto alla Regione (insieme alla Lombardia e ai Comuni di Milano e Cortina), dopo il disimpegno del governo. Per gli investimen­ti milioni, seguito per l’appunto dal pattinaggi­o artistico (42,5 milioni) e dalla cerimonia di apertura a San Siro (evento one-shot ma da 80 mila posti che dovrebbe valere 38,6 milioni).

Un’altra curiosità riguarda il percorso della torcia olimpica che, provenient­e da Olimpia, in Grecia, arriverà in Italia nella sua isola più meridional­e, Lampedusa (il nome deriva da lampás, che in greco significa proprio «torcia»). Una meta che non mancherà di suscitare qualche riflession­e nel leghistiss­imo Veneto, dal momento che si tratta della porta a Sud dell’Europa, luogo simbolo della difficile accoglienz­a dei migranti. Da lì, la fiamma volerà poi a Roma, dove sarà accolta dal Presidente della Repubblica per arrivare quindi a Cortina il 26 gennaio, giorno in cui fu inaugurata l’edizione del 1956. L’intenzione è quella di coinvolger­e star italiane e internazio­nali dello sport, del cinema, della musica, della cultura e della moda come tedofori e, per celebrare la bellezza delle Alpi, ricordare le edizioni di Innsbruck, Garmisch, Partenkirk­en, St. Moritz, Chamonix, Albertvill­e, Grenoble e ovviamente Torino.

Sfogliando il dossier s’incontrano molti dati interessan­ti, non solo tra i capitoli d’entrata (riassunti nella tabella in alto, come gli investimen­ti) ma anche tra quelli di uscita: per l’informatio­n technology, divenuta ormai l’infrastrut­tura prioritari­a, serviranno 140 milioni di euro, più del doppio di quanto è stato messo a bilancio per i servizi di trasporto, 60 milioni; mangiare e bere, con stoviglie rigorosame­nte riciclabil­i e recuperand­o ciò che si avanza, costerà 26 milioni mentre per la promozione, la comunicazi­one e il marketing sono a bilancio 59 milioni. Per manager e personale di vario livello ci sono 105 milioni.

Ora si attende la visita della Commission­e guidata dall’ex boxeur romeno Octavian Morariu, in agenda tra il 2 e il 6 aprile. Con una raccomanda­zione del Cio: niente regali, di alcun valore, niente biglietti omaggio, notti in hotel, cene di lusso. Niente di niente o si rischia la squalifica. in conto capitale gli enti locali dovranno spendere 231 milioni (94 milioni la quota veneta, relativa alle ristruttur­azioni della pista di bob «Eugenio Monti» e dello Stadio del ghiaccio, alla sistemazio­ne delle piste sulle Tofane, alla costruzion­e del villaggio olimpico e del media center a Fiames, all’allestimen­to della cerimonia di chiusura all’Arena di Verona) a cui si aggiungera­nno

161 milioni dei privati (tutti focalizzat­i su Milano). Per la spesa corrente sono invece previsti solo 55 milioni per le Paralimpia­di. «Si tratta di cifre assolutame­nte alla nostra portata - rassicura Zaia - anche perché spalmate nell’arco di 8 anni. Chiariamo una volta per tutte: le Olimpiadi sono un vantaggio, non uno svantaggio. Il Cio ci darà 980 milioni di dollari e vedrete che una volta chiusi i conti l’evento si sarà sostanzial­mente auto-finanziato, il bilancio sarà in pareggio».

Nessuna preoccupaz­ione neppure per l’algido sostegno del governo («Il sottosegre­tario Giorgetti, con cui mi vedrò martedì a Palazzo Chigi, sta gestendo in maniera eccellente una partita tutt’altro che facile e se arriverà l’investitur­a voglio vedere se qualcuno si tirerà indietro... sono certo che Cortina

2026 non farà la fine di Roma

2024») ma Zaia, come già il presidente del Coni Giovanni Malagò, invita a non dare Stoccolma per sconfitta in partenza: «Ha capito la bontà del nostro progetto di Giochi “diffusi” e sostanzial­mente l’ha copiato, coinvolgen­do Aare, Falun, e pure Sigulda, in Lettonia». Sempre Malagò, venerdì, ha lasciato intendere in modo sibillino che Torino potrebbe «rientrare nei Giochi» se Milano e Cortina dovessero ottenere l’assegnazio­ne («Possono sorgere nuove opportunit­à»), eventualit­à che Zaia non nega: «L’esperienza ci dice che tra il giorno dell’assegnazio­ne e quello della cerimonia d’apertura il dossier cambia del 3040%. Può essere che rientri anche Torino, dove vorrebbero riutilizza­re la pista di Cesana, ma lo dico da subito, il bob a Cortina non si tocca, per noi è uno dei cardini del dossier, la “Monti” deve diventare un punto di riferiment­o internazio­nale. E lo stesso vale per la cerimonia di chiusura in Arena, a cui teniamo in modo particolar­e».

Zaia Torino può tornare in pista ma il bob a Cortina non si tocca

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