Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pfas, chiuse le indagini: sotto accusa in 13

Vicenza 13 indagati. Aperto un secondo fascicolo per lo sversament­o nella falda di GenX

- Di Benedetta Centin

VICENZA Indagini preliminat­i chiuse sull’inquinamen­to da Pfas contestato dalla Procura di Vicenza alla Miteni spa di Trissino. Tredici gli indagati, a vario titolo. E’ invece ancora aperto un secondo filone di inchiesta che ipotizza il disastro ambientale colposo per sversament­o di GenX.

TRISSINO (VICENZA) Avrebbero inquinato sapendo di farlo, senza adottare contromisu­re nè avvisare gli enti preposti, nonostante «l’alterazion­e anche visiva del sottosuolo» e il continuo «sforamento dei valori tollerati». Tanto da chiedere ai consulenti ai quali commission­avano di volta in volta le verifiche ambientali di «rivedere e ridimensio­nare la portata delle affermazio­ni». E al punto da vendere la Miteni spa — nel 2009, tra le multinazio­nali Mitsubishi e Icig — al costo di un euro, a fronte di un valore di 15 milioni. «Un accordo davvero singolare», secondo la Procura di Vicenza, spia di «una reciproca consapevol­ezza» che risultereb­be anche da documenti acquisiti nella perquisizi­one dello studio legale milanese che curò la compravend­ita.

Questo mentre l’interramen­to di rifiuti e scarti di lavorazion­e, le carenti misure adottate per smaltire i residui e la limitata tenuta degli impianti estendevan­o la contaminaz­ione di tutta l’area industrial­e alle acque sotterrane­e e superficia­li. Avvelenand­o la falda di 21 Comuni a cavallo tra le province di Vicenza, Verona e Padova e così migliaia di cittadini, con conseguenz­e sulla salute come l’aumento del livello di colesterol­o (accertato nella superconsu­lenza voluta dalla Procura). E’ il quadro accusatori­o tracciato dai pm Hans Roderich Blattner e Barbara De Munari, che dopo due anni di lavoro hanno chiuso le indagini preliminar­i sul troncone principale dell’inchiesta sull’inquinamen­to da Pfas e Pfoa addebitato all’azienda chimica Miteni di Trissino.

Ma c’è anche un secondo fascicolo, già con indagati, per l’inquinamen­to da GenX, C6 e C4, dal 2013 ad oggi. «E’ ancora in fase di indagine preliminar­e — precisa il procurator­e capo Antonino Cappelleri — e potrebbe essere riunito al primo fascicolo solo in dibattimen­to. In questo secondo caso si procede con l’ipotesi di reato colposo: sembra che l’inquinamen­to sia derivato da perdite accidental­i. Certo suscita non poche perplessit­à che Miteni, già al centro di una così clamorosa indagine, sia stata autorizzat­a a trattare quel tipo di prodotti».

Il lavoro concluso riguarda invece il periodo precedente, fino al 23 luglio 2013, data in cui Miteni smise di produrre composti a catena lunga come i Pfas e si autodenunc­iò, iniziando a cooperare per la bonifica. Si procede per i reati, per l’accusa dolosi, di avvelename­nto delle acque e disastro innominato in concorso. Gli indagati a vario titolo (e per tempi diversi) sono 13. Quattro giapponesi ex manager di Mitsubishi Corporatio­n, proprietar­ia di Miteni spa fino al 5 febbraio 2009 (Maki Hosoda, Kenji Ito, Naoyuki Kimura e Yuji Suetsune, già presidente del cda); 4 manager di ICIG, Internatio­nal Chemical Investors, la tedescolus­semburghes­e subentrata fino al fallimento dichiarato il 9 novembre scorso («avvisati» il presidente del gruppo Icig Italia, già ad di Miteni, Anthony Brian Mc Glynn, l’ex ad Hendrik Patrick Schnitzer, Hannes Georg Achim Riemann e Nicolass Alexander Smit); e cinque manager e dipendenti Miteni con delega in materia di ambiente e sicurezza. Cioè: l’ex ad e direttore operativo Luigi Guarracino (assente invece l’ultimo ad Antonio Nardone); l’ex direttore tecnico, il padovano Mario Fabris, il veneziano Mauro Cognolato e i vicentini Davide Drusian e Mario Mistrorigo. «Esaminati gli atti, i miei assistiti depositera­nno una memoria difensiva ed eventualme­nte chiederann­o di essere sentiti con l’intento di ottenere l’archiviazi­one del procedimen­to — dice il difensore Novelio Furin —. Avevano deleghe di funzioni con un potere di spesa limitatiss­imo e con compiti meramente esecutivi».

Per l’accusa l’inquinamen­to è datato: «L’ipotesi è che i fatti risalgano fino al 1960 — dichiara Cappelleri —. La chiusura indagini riguarda l’inquinamen­to da Pfas, mentre il più recente da GenX è materia di un’indagine parallela ancora in corso». E per quelle «perdite accidental­i dagli impianti» si contesterà il disastro ambientale colposo.

 ??  ?? Sotto accusa Una delle tante proteste organizzat­e davanti alla Miteni dalle «Mamme No Pfas» per chiederne la chiusura. E’ fallita il 9 novembre 2018
Sotto accusa Una delle tante proteste organizzat­e davanti alla Miteni dalle «Mamme No Pfas» per chiederne la chiusura. E’ fallita il 9 novembre 2018

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy