Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Casellato sarà un testimonial anti razzismo»
Il presidente Innocenti: «Si è scusato, ora gli parlerò»
Espulso l’allenatore del Rovigo, Umberto Casellato, la Fir corre ai ripari: «Grave, ma Casellato diventerà il nostro testimonial contro il razzismo».
PADOVA Una ferma condanna e un’occasione per ripartire. Marzio Innocenti, presidente del Comitato regionale veneto della Federazione italiana Rugby non usa mezze misure per inquadrare l’episodio di razzismo a cui si è assistito sabato durante Femi-Cz RovigoPetrarca Padova, partita valida per il quinto turno di Continental Shield. Al 57esimo minuto l’allenatore rossoblu Umberto Casellato è stato espulso per aver urlato «nero di m…» a Jeremy Su’a, mediano di mischia neozelandese di origini samoane che milita nel Petrarca. Al termine dell’incontro il tecnico rodigino si è pubblicamente scusato con il giocatore e con la società bianconera ma non è bastato ad evitare un polverone.
In attesa che la giustizia sportiva faccia il suo corso Alfredo Gavazzi, il presidente della federazione, è intervenuto su Twitter: «Il rugby è contrario ad ogni forma di discriminazione. Sono dispiaciuto per quanto accaduto in RovigoPadova. Apprezzabili le scuse, è cruciale mantenere saldi i nostri valori. Lavoriamo costantemente per farli comprendere e
vivere dall’intero movimento».
Innocenti, anche nel rugby un episodio di razzismo: come lo giudica la federazione?
«Conosco Casellato personalmente, è un amico e non può che essere stato un momento di superficialità, che però va condannato. Sono certo che non si tratti di un episodio strutturale di razzismo. Ha fatto e detto una grandissima sciocchezza, si è scusato subito ma non vorrei si esagerasse con i commenti. È stato un
brutto momento e giustamente è stato espulso». Nel rugby c’è il razzismo?
«Assolutamente no. Abbiamo tanti ragazzi stranieri, non è mai successo nulla. L’unico nostro metodo di valutazione è se uno è bravo o meno, non il colore della pelle. Basti guardare alla morte tristissima di Henry Kazim, il ragazzo veneziano che si è suicidato e che tutti abbiamo pianto».
Il rugby è sempre stato considerato uno sport nobile, è il classico scivolone?
«Io mi sono stancato di sentire che il rugby è un’isola felice estranea alla società. Ne fa parte e come tale può risentire degli stessi meccanismi e non è immune da sbagli. Noi abbiamo grandi valori e continueremo a difenderli senza far finta che i problemi non esistano. Tutto va gestito nella maniera giusta. Useremo quanto accaduto come trampolino per lanciare una riflessione sul tema». In che senso scusi?
«Parlerò con Casellato da positivo per il nostro sport, facendo piazza pulita di tali degenerazioni».
Intanto in settimana la commissione disciplinare dell’ European professional club rugby si pronuncerà sul destino di Casellato, espulso dall’arbitro sabato scorso a Padova. Rischia dai 2 a 6 mesi di squalifica per insulti razzisti. Solo dopo la sentenza sportiva la società rossoblù valuterà o meno se fare ricorso. Natascia Celeghin © RIPRODUZIONE RISERVATA amico e gli dirò che ha commesso una sciocchezza. Il fatto di averci messo subito la faccia dimostra che è un uomo. È positivo, passato il momento di rabbia si è scusato. Ora mi piacerebbe che Umberto diventasse un testimonial contro il razzismo e potesse andare in giro per insegnare qualcosa e impedire che si ripeta. Utilizzeremo l’episodio perché chi pratica il rugby non giudichi le persone dal colore della pelle». Ora cosa succederà?
«La giustizia sportiva seguirà il suo corso e sceglierà la punizione più consona. Casellato si è scusato, ha fatto ammenda e credo che questo sia il modo corretto di comportarsi quando uno sbaglia. Sarà bene parlare anche nelle nostre Accademie di quanto avvenuto, per evitare che tutto ciò si ripeta. Non è una cosa che va sottovalutata anche se non si tratta di 300 tifosi che fanno cori razzisti». Ha sentito il Petrarca e Su’a?
«Anche la società padovana la pensa come me. La vicenda si è chiusa con le scuse accettate dal giocatore e da tutto lo staff. Non c’è rancore e ora si guarda avanti, evitando che in futuro si ripetano situazioni simili».
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Marzio Innocenti Ora però diventi testimonial dei valori puliti che caratterizzano il nostro sport da sempre