Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Casellato sarà un testimonia­l anti razzismo»

Il presidente Innocenti: «Si è scusato, ora gli parlerò»

- Di Andrea Pistore

Espulso l’allenatore del Rovigo, Umberto Casellato, la Fir corre ai ripari: «Grave, ma Casellato diventerà il nostro testimonia­l contro il razzismo».

PADOVA Una ferma condanna e un’occasione per ripartire. Marzio Innocenti, presidente del Comitato regionale veneto della Federazion­e italiana Rugby non usa mezze misure per inquadrare l’episodio di razzismo a cui si è assistito sabato durante Femi-Cz RovigoPetr­arca Padova, partita valida per il quinto turno di Continenta­l Shield. Al 57esimo minuto l’allenatore rossoblu Umberto Casellato è stato espulso per aver urlato «nero di m…» a Jeremy Su’a, mediano di mischia neozelande­se di origini samoane che milita nel Petrarca. Al termine dell’incontro il tecnico rodigino si è pubblicame­nte scusato con il giocatore e con la società bianconera ma non è bastato ad evitare un polverone.

In attesa che la giustizia sportiva faccia il suo corso Alfredo Gavazzi, il presidente della federazion­e, è intervenut­o su Twitter: «Il rugby è contrario ad ogni forma di discrimina­zione. Sono dispiaciut­o per quanto accaduto in RovigoPado­va. Apprezzabi­li le scuse, è cruciale mantenere saldi i nostri valori. Lavoriamo costanteme­nte per farli comprender­e e

vivere dall’intero movimento».

Innocenti, anche nel rugby un episodio di razzismo: come lo giudica la federazion­e?

«Conosco Casellato personalme­nte, è un amico e non può che essere stato un momento di superficia­lità, che però va condannato. Sono certo che non si tratti di un episodio struttural­e di razzismo. Ha fatto e detto una grandissim­a sciocchezz­a, si è scusato subito ma non vorrei si esagerasse con i commenti. È stato un

brutto momento e giustament­e è stato espulso». Nel rugby c’è il razzismo?

«Assolutame­nte no. Abbiamo tanti ragazzi stranieri, non è mai successo nulla. L’unico nostro metodo di valutazion­e è se uno è bravo o meno, non il colore della pelle. Basti guardare alla morte tristissim­a di Henry Kazim, il ragazzo veneziano che si è suicidato e che tutti abbiamo pianto».

Il rugby è sempre stato considerat­o uno sport nobile, è il classico scivolone?

«Io mi sono stancato di sentire che il rugby è un’isola felice estranea alla società. Ne fa parte e come tale può risentire degli stessi meccanismi e non è immune da sbagli. Noi abbiamo grandi valori e continuere­mo a difenderli senza far finta che i problemi non esistano. Tutto va gestito nella maniera giusta. Useremo quanto accaduto come trampolino per lanciare una riflession­e sul tema». In che senso scusi?

«Parlerò con Casellato da positivo per il nostro sport, facendo piazza pulita di tali degenerazi­oni».

Intanto in settimana la commission­e disciplina­re dell’ European profession­al club rugby si pronuncerà sul destino di Casellato, espulso dall’arbitro sabato scorso a Padova. Rischia dai 2 a 6 mesi di squalifica per insulti razzisti. Solo dopo la sentenza sportiva la società rossoblù valuterà o meno se fare ricorso. Natascia Celeghin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA amico e gli dirò che ha commesso una sciocchezz­a. Il fatto di averci messo subito la faccia dimostra che è un uomo. È positivo, passato il momento di rabbia si è scusato. Ora mi piacerebbe che Umberto diventasse un testimonia­l contro il razzismo e potesse andare in giro per insegnare qualcosa e impedire che si ripeta. Utilizzere­mo l’episodio perché chi pratica il rugby non giudichi le persone dal colore della pelle». Ora cosa succederà?

«La giustizia sportiva seguirà il suo corso e sceglierà la punizione più consona. Casellato si è scusato, ha fatto ammenda e credo che questo sia il modo corretto di comportars­i quando uno sbaglia. Sarà bene parlare anche nelle nostre Accademie di quanto avvenuto, per evitare che tutto ciò si ripeta. Non è una cosa che va sottovalut­ata anche se non si tratta di 300 tifosi che fanno cori razzisti». Ha sentito il Petrarca e Su’a?

«Anche la società padovana la pensa come me. La vicenda si è chiusa con le scuse accettate dal giocatore e da tutto lo staff. Non c’è rancore e ora si guarda avanti, evitando che in futuro si ripetano situazioni simili».

Marzio Innocenti Ora però diventi testimonia­l dei valori puliti che caratteriz­zano il nostro sport da sempre

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 ??  ?? A confronto Sopra Marzio Innocenti, a destra Umberto Casellato
A confronto Sopra Marzio Innocenti, a destra Umberto Casellato

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