Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sisma, solo ansia Accuse (a vuoto) alle trivelle

Gli esperti: «Possibile, dipende dal terreno» Chiamate ai pompieri e accuse alle trivelle

- Piva

VENEZIA Il sisma che ha svegliato la Romagna dopo le 24 di lunedì, in Veneto ha prodotto ansia, chiamate ai pompieri e nulla più. Sul web accuse alle trivelle in Adriatico: gli esperti smentiscon­o.

VENEZIA Magnitudo 4.6, epicentro localizzat­o 11 chilometri ad est di Ravenna, 25 chilometri di profondità. La scossa di terremoto che ha spezzato il sonno dei romagnoli tre minuti dopo la mezzanotte di lunedì l’ha sentita anche il Veneto: percezione netta in tutte le province, minima o comunque molto attenuata nel Bellunese. «È stato un fenomeno di natura diversa da quelli che hanno colpito l’Italia centrale negli ultimi anni - spiega Dario Zampieri, docente di Geologia struttural­e all’università di Padova -. Il terremoto partito da Ravenna è legato a una tettonica compressiv­a che provoca un accorciame­nto della crosta, mentre quelli dell’Aquila e Amatrice erano legati a una tettonica distensiva che porta la crosta ad allungarsi. Questo dipende dalla spinta della placca africana contro quella europea, che sta facendo accorciare le Alpi meridional­i».

Scuole chiuse in via precauzion­ale, ieri, a Ravenna, e verifiche struttural­i in tutte le situazioni di potenziale rischio; sopralluog­hi negli istituti scolastici e Protezione civile mobilitata anche a Cervia, l’altro grande municipio vicino all’epicentro. Situazione completame­nte diversa a nord del Po. A ridosso della scossa, i telefoni dei vigili del fuoco dei capoluoghi veneti hanno squillato per richieste di informazio­ni (sessanta a Venezia, il centralino che più ha lavorato, tra la notte e il primo mattino) ma non ci sono stati interventi: nessuna criticità segnalata. A Verona, una donna sotto choc ha chiamato il 118. La centrale di Verona Emergenza le ha inviato a casa un’ambulanza: la squadra medica si è limitata a calmare la signora e nulla più.

Il confronto con gli esperti permette di spiegare anche un altro aspetto «curioso» della nottata. Abitanti della medesima città (è successo a Padova, ma non solo) o comunque persone che vivono in zone molto vicine tra loro si dividono sulla percezione del terremoto: alcuni l’hanno sentito, altri per nulla. Fenomeno possibile, ovviamente a prescinder­e dall’altezza delle abitazioni, dalle strutture dei singoli edifici e, quasi inutile dirlo, dal fatto di dormire/esser desti? «La risposta del terreno è differente - dice Giorgio Pennacchio­ni, ordinario di Geologia statica dell’ateneo padovano - e dipende dal sostrato geologico, quindi sono possibili risposte diverse anche in zone molto vicine».

A Pennacchio­ni anche la risposta ai dubbi sollevati nei commenti agli articoli dei quotidiani on line e via social: all’origine del sisma ravennate ci sarebbero le piattaform­e che trivellano l’Alto Adriatico a caccia di gas. «Il terremoto deriva dall’assestamen­to di un territorio vivo dal punto di vista geologico. Abbiamo le catene montuose (in questo caso Apennini e Alpi, ndr) per il sollevamen­to dovuto alla compressio­ne tra varie placche. Siamo su una sutura tra due macro placche che convergono tra loro: quella adriatica, “promontori­o” di quella africana, a sud, e quella europea a nord». Le trivelle non c’entrano? «Idee frutto di prese di posizione che non hanno base scientific­a, né pro né contro».

Il campanile lesionato di Ficarolo, paesino del Polesine, fu il simbolo veneto del terremoto di maggio 2012. «La scossa di stanotte? Non l’ho sentita», racconta Fabio Pigaiani. «Qualcuno qui ha sentito - riprende il sindaco - ma in modo molto diverso rispetto al ricordo del

2012». Campanile, case e imprese: sette anni dopo, Ficarolo come sta? «Campanile finito nel

2015,ricostruit­o il 99 per cento del resto».

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