Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Se i ladri rubano la tua auto e colleziona­no quattordic­i multe

- Mauro Pigozzo

Tutto è iniziato la sera del 27 ottobre. Telefonata rabbiosa di mia sorella, saranno state le dieci. «Presto, vieni a casa di mamma: son passati i ladri, ci han rubato tutto». Sono seguite urla e grida: si erano portati via i ricordi d’oro dei parenti morti, e questo ferisce; e anche l’auto di mia sorella, una Alfa Mito Rossa. E’ iniziato a quel punto l’iter che le vittime di furto ben conoscono: carabinier­i in casa di notte per i controlli di rito, falegname per aggiustare i serramenti, preventivi per installare l’allarme. E l’auto? In genere, salta fuori entro un mesetto. O perché la bruciano, o perché l’abbandonan­o, o perché la distruggon­o in un incidente. Così, mentre l’antico trauma del veder violato il proprio domicilio si somatizzav­a in nuove ansie, è iniziata l’attesa. E in effetti la statistica ha vinto: il 19 novembre i carabinier­i di Portogruar­o sono riusciti a fermarli. Inseguimen­to a duecento all’ora, sorpassi con tanto di auto sfregiate nella corsa (dopo qualche giorno mi arriverà a casa pure una constatazi­one amichevole di una donna finita in quell’inseguimen­to), con finale rocamboles­co: i ladri si fermano alle sbarre del treno e scappano per i campi. Spariti, addio.

A questo punto è iniziato l’iter di dissequest­ro dell’auto dopo le indagini della procura. I lavori dal carrozzier­e, le verifiche al motore, la lotta coi periti dell’assicurazi­one che vogliono in qualche modo pagare meno del giusto. Ma soprattutt­o è iniziata l’era delle multe degli autovelox. Perché se l’auto non è tua e non pagherai mai, tanto vale premere a tavoletta. Ci mettono circa un mese, ad arrivare. La prima multa porta la data della sera del furto, un 120 all’ora sulla strada che da Castelfran­co va a Padova; poi ne arrivano altre tre, sulla tangenzial­e. Un’altra da Castions di Strada, in Friuli. Quindi è iniziata l’epopea di Quarto d’Altino, nel Veneziano. Inutile chiedere al telefono ai vigili di bloccare le multe in arrivo, ti devi arrangiare quando il postino suona. Prima una, poi altre sette lo stesso giorno. Con l’ulteriore beffa. Perché per annullare la sanzione serve chiamare il comando di polizia e avere la fortuna di poterci parlare, digitalizz­are i documenti, compilare un formulario, rispedire tutto e attendere l’archiviazi­one. Se ci sommate il tempo della postina che non ti trova a casa, il tempo per ritirare le buste verdi, lo stipendio del vigile che ti invia la lettera e di quello che l’ha stampata avete il quadro dello sperpero. E se poi trovi comandi come quello della Città Metropolit­ana di Venezia che emette le sanzioni per l’autovelox di Quarto d’Altino, allora inizia un altro calvario. Loro non sospendono in autotutela i verbali, preferisco­no inviare i documenti al Prefetto, tramite appositi formulari. Trovarli al telefono è magia, come peraltro capita anche a Padova: magari sono stato sfortunato, ma tra numeri verdi che non ti aiutano per la legge sulla privacy e centralini sempre solennemen­te occupati non sono ancora riuscito a capire cosa stia succedendo. Morale: ad oggi siamo a quota 14 multe. E la rabbia sale ancora di più, perché se i carabinier­i avessero avuto in tempo reale i passaggi sotto gli occhi degli autovelox dei Comuni, magari li avrebbero fermati prima. Con beneficio per tutti.

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