Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Roi, il futuro secondo Marini: «Le mie priorità? Il Chiericati e la causa contro i Cda di Zonin»
La neo presidente: «Rispettare lo statuto e valorizzare il patrimonio»
VICENZA È presidente della Fondazione Roi da meno di due mesi ma già ha percepito le «attenzioni» della città nei confronti dell’ente di mecenatismo culturale: «Non mi spaventano, ma voglio normalizzare la situazione attorno alla Roi». Paola Marini, veronese di 66 anni, specializzata in storia dell’arte medioevale all’università di Bologna e con un lungo curriculum in campo culturale – ha diretto i musei di Bassano e quelli di Verona e poi le Gallerie dell’Accademia di Venezia– dal 27 novembre presiede il consiglio di amministrazione dell’ente di contra’ San Marco fondato dal marchese Giuseppe Roi.
Presidente Marini, il suo curriculum è vasto e articolato, cosa l’ha spinta ad accettare l’incarico di presidente della Fondazione Roi?
«Ho conosciuto il marchese Roi durante la mia direzione a Bassano e penso di dover avere dei sentimenti di riconoscenza nei confronti del marchese. Inoltre sono molto legata a Vicenza, ho iniziato a lavorare qui, al Cisa (Centro internazionale di studi di architettura, ndr) ed essendo pensionata penso sia arrivato il tempo di dedicarmi a cause così meritevoli».
Il suo nome è stato proposto in Fondazione dall’Accademia olimpica?
«Non solo. Sono stata indicata da più parti in città».
Qual è, secondo lei, il ruolo della Roi a Vicenza?
«Innanzitutto la Fondazione deve sostenere le istituzioni culturali e museali vicentine. Poi, dire se in questo debba essere più autonoma o propositiva penso sia un discorso molto complesso. La Fondazione Roi potrà far sentire la sua voce e organizzare qualche iniziativa ma penso che il suo ruolo in genere debba essere quello stabilito dallo statuto».
Nello statuto si parla di sostegno ai musei civici di Vicenza e in particolare a Palazzo Chiericati.
«Certo. Non credo che la Fondazione Roi possa coltivare l’ambizione di essere da sola motore di chissà quale iniziativa, a parte incontri o conferenze».
Quindi il suo riferimento sarà lo statuto?
«Assolutamente sì».
Proprio in virtù di quel documento si è discusso, negli anni scorsi, attorno ad alcune attività della Roi, come l’acquisto dell’ex-cinema Corso. Prevede iniziative simili nel corso del suo mandato?
«Penso proprio di no. In ogni caso ogni situazione va approfondita e valutata. Penso che il nostro ruolo come Consiglio sia di gestire al meglio e proteggere il patrimonio immobiliare dell’ente. E il tutto in piena trasparenza, motivo per cui faremo un nuovo sito, consolideremo la situazione dal punto di vista gestionale e dei criteri di erogazione dei contributi, prevedendo tempi e scadenze entro cui devono arrivare le richieste ed esaminandole tutte con criteri omogenei».
Pensa anche all’ipotesi di valorizzare i beni o palazzi di proprietà della Fondazione? E mi riferisco sempre al cinema Corso.
«Intanto siamo concentrati nel gestire la situazione del patrimonio a Roma. Poi, in ogni caso, bisogna anche valutare le eventuali possibilità. Se va fatta una vendita, va fatta bene».
Mi conferma comunque che l’ipotesi della vendita c’è?
«Sì, però penso che non sia la cosa più urgente da fare. Posto che se è stata fatta un’azione di quel tipo sarà stato all’interno di un disegno che non conosco e che al tempo aveva presumibilmente un significato, io penso che oggi questa non sia la nostra prima preoccupazione. Oggi dobbiamo pensare di trovare la situazione più conveniente per il patrimonio della Fondazione».
Un’altra questione è quella dell’azione di responsabilità nei confronti dell’ex-cda guidato da Gianni Zonin. Un’iniziativa delineata dall’ex-presidente Diamanti e che ha spaccato l’ex Consiglio. Intende portarla avanti?
«Per forza. Non è una cosa che mi diverte ma penso sia inevitabile farlo. Stiamo leggendo le carte e i pareri acquisiti, si tratterà di farlo con la maggiore ponderazione possibile ma mi pare un passaggio che non può essere eluso».
Nel suo stesso Consiglio c’è chi precisa che il problema sono i costi dell’operazione.
«Ne parleremo carte alla mano. Non credo che si possa liquidare una questione di così alto rilievo semplicemente con un conto economico. Penso che ci siano anche altri valori in gioco».
Ed è un procedimento che intende avviare presto?
«Penso di sì. Non è detto che basti una sola riunione ma sicuramente la affronteremo in tempi ragionevolmente brevi».