Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Indagine Pfas, perquisite le sedi milanesi di Miteni e di Icig
VICENZA Due anni di articolate indagini, passate attraverso consulenze, accertamenti delegati e carabinieri del Noe e Arpav, e una serie di perquisizioni, anche nelle sedi aziendali, a caccia di nuovi tasselli, di conferme all’ipotesi che i vertici e manager di Miteni sapevano dell’inquinamento che era in atto da anni senza per questo fare nulla per contenerlo e tantomeno informare gli organi preposti. Un lavoro mastodontico quello della procura di Vicenza che nei giorni scorsi ha chiuso le indagini preliminari sul vasto inquinamento da Pfas e Pfoa imputato all’azienda chimica di Miteni, con indagati tredici ex manager, anche delle multinazionali controllanti. Per i titolari dell’inchiesta, Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner, si sapeva eccome di quel veleno interrato, scaricato in parte anche degli impianti, finito poi per contaminare le acque di falda e superficiali (con effetti certi, secondo la super consulenza della procura, quale l’aumento del livello di colesterolo, possibili ipertensioni e conseguenze per i nascituri). I riscontri sarebbero nelle comunicazioni personali, nelle mail, rinvenute e sequestrate nello studio di un professionista milanese che nel 2009 aveva seguito la compravendita dell’azienda chimica di Trissino da giapponesi a tedeschi, da Mitsubishi Corporation a International Chemical Investors Italia Holding srl (Icig) , al solo costo di un euro quando il valore di mercato era di circa 15 milioni. Documentazione importante è stata rinvenuta anche nella sede della Miteni, perquisita nel 2017: una voluminosa mole di documentazione tra dossier, consulenze ambientali, mail e relazioni tecniche. Al setaccio anche le sedi milanesi sempre di Miteni ma anche della Icig, la controllante tedesco-lussemburghese subentrata a Mitsubishi dal 2009 fino al fallimento, dichiarato lo scorso 9 novembre. È tutto nei ventisei faldoni di atti ora a disposizione dei tredici indagati che vanno quindi verso il processo, nel quale potrebbero costituirsi parti civili, chiedendo i danni, anche il ministero dell’Ambiente e la Regione Veneto. «La Regione non perda tempo e si costituisca» sollecitano il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni, vicepresidente della commissione Ambiente, e la collega della Lista AMP Cristina Guarda. Ed intanto due indagati - il manager Francesco Cenzi e l’ultimo ad di Miteni Antonio Nardone - potrebbero vedersi archiviare il procedimento (almeno per quanto riguarda il filone Pfas, visto che è già aperta un’altra inchiesta sull’inquinamento da Genx dal 2013 in poi).