Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Zaino e chitarra lungo il Brenta per studiare la qualità dell’acqua
Nove giorni e 200 chilometri a piedi per due studenti del Parolini
Dal lago trentino di Caldonazzo al mare di Chioggia a piedi, seguendo il corso del Brenta, dalla sorgente alle foce, per studiarne la qualità dell’acqua.
In nove giorni, hanno percorso quasi 200 chilometri con uno zaino da 20 chili e una chitarra sulle spalle, dormendo in una piccola tenda, senza alcun comfort, sfidando i rigori dell’inverno. A spingere Giacomo Battaglia e Giosuè Baldissera, studenti dell’istituto bassanese Parolini, a vivere l’avventura rinunciando a una buona parte delle recenti vacanze natalizie è stata la passione condivisa per l’ambiente, quello fluviale in particolare.
Nel loro viaggio hanno infatti raccolto 20 campioni d’acqua in altrettanti punti del Brenta, che ora stanno analizzando a scuola assieme al docente Jacopo Zanoni. Monitorare lo stato di salute del fiume in tutto il suo corso, rilevandone la presenza di sostanze inquinanti, è stata la molla che ha fatto scattare l’idea. Sono partiti da Caldonazzo il 31 dicembre, festeggiando il capodanno in tenda. Ultima tappa all’Isola Verde nei pressi di Chioggia, dove il Brenta sfocia nel mare Adriatico. «L’intuizione è stata loro, il Parolini li ha solo supportati - spiega il professor Zanoni - Per tutta la durata dell’esperienza li ho seguiti tenendo i contatti». Il giorno successivo al rientro a casa i due giovani erano regolarmente in classe, sui rispettivi banchi, con i compiti per le vacanze svolti prima di mettersi in marcia.
«Un’impresa entusiasmante anche se un po’ faticosa racconta Giacomo che frequenta la quinta indirizzo ambientale, mentre il compagna d’avventura è iscritto al quarto anno - A parte in alcuni momenti che abbiamo rallentato il passo, siamo riusciti a percorrere circa 30 chilometri al giorno. Siamo allenati: camminiamo spesso in quota». Sveglia di buonora, zaino in spalla e poi un passo dietro l’altro. «Al tramonto cercavamo un posto dove piantare la tenda e ci cucinavamo la cena con i viveri a disposizione, molti dei quali portati da casa - aggiunge lo studente residente a Tezze sul Brenta - Il principale avversario è stato il freddo, soprattutto nella zona trentina, con il termometro fermo sotto lo zero». Al di là delle temperature rigide, è stata un’avventura en plein air intensa sotto il profilo umano e arricchente dal punto di vista didattico . «Ci siamo incamminati con un obiettivo scientifico, ma lungo il percorso abbiamo scoperto la dimensione sociale del progetto - osserva - gli amici ci sono sempre stati vicino raggiungendoci in qualche serata attorno al fuoco e abbiamo incontrato e conosciuto molta gente che oltre a dimostrarci affetto, ci ha incoraggiato».Terminata l’impresa, è iniziata la fase scientifica del progetto. Gli studenti e il loro docente stanno analizzando tutti i campioni prelevati dal fiume in zone differenti. «Ci interessa verificarne la qualità distinguendo fra le aree urbanizzate, industriali, rurali chiarisce Giacomo - I risultati dello studio saranno al centro della tesina che presenterò la prossima estate all’esame di Stato». Mentre il professore pensa di dedicare un convegno allo studio citando l’esperienza on the road dei due giovani.
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Giacomo Battaglia
Ci siamo incamminati con un obiettivo scientifico, poi abbiamo scoperto la dimensione sociale del progetto, grazie agli amici e alla molta gente conosciuta