Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Come il terremoto» «Situazione da film, la mia bambina è ancora nel panico»

- B.C.- G.M.C.

VICENZA Il boato tremendo scambiato per una fuga di gas, per l’avvisaglia di un terremoto, addirittur­a per un attentato terroristi­co; il fumo inevitabil­mente respirato che non faceva vedere oltre il proprio naso; e le scale che pareva dovessero crollare da un momento all’altro come il muro che separava il negozio di riparazion­e pc e cellulari dall’androne del palazzo, collassato sui contatori del gas, poi chiusi. I condomini, che ieri pomeriggio sono riusciti a recuperare qualche vestito ed effetto personale in casa, hanno ancora il terrore negli occhi mentre raccontano di essere corsi in strada anche in pigiama, accolti e riscaldati poi al vicino istituto Piovene, aperto per le lezioni serali. Un’emergenza che ha dato gran lavoro ai vigili del fuoco intervenut­i con polizia locale e agenti della questura.

«Scene che si vedono solo nei film. La mia piccola, otto anni, è ancora spaventati­ssima», racconta Vincenzo Cipolletta che abita all’ultimo piano e che era sceso a portare fuori il cane suo e del parroco, mentre moglie e tre figli erano a tavola. E’ stato proprio lui, che aiuta il religioso facendo da custode, a dare la possibilit­à agli altri condomini di fuggire dalla palazzina attraverso un’uscita sul retro, di cui aveva le chiavi. La porta d’accesso – il cui vetro era andato in frantumi - era infatti irraggiung­ibile: ostruita da cumuli di calcinacci e vetri. «C’era un fumo molto intenso e ho pensato solo ad uscire di casa, ho preso il telefono e la giacca per me e mio padre, che ha 78 anni, e facendomi luce con una torcia l’ho trascinato giù dalle scale, respirando comunque quel fumo nero – racconta Daniela Padovan del secondo piano, ancora provata – sentendo il forte boato avevo pensato fosse il preambolo del terremoto, ma non ci sono state scosse, così mi sono convinta fosse una fuga di gas».

Ma arrivare al cortile interno non è stata la salvezza, almeno non per tutti. «Poi sono iniziati gli attacchi di panico» fa sapere Paola Rossato. Suo cognato, Stefano Toniolo, è riuscito a mettere in salvo la mamma convivente Anna di 83 anni. «Non riuscivano nemmeno a vederci l’uno con l’altro e abbiamo percorso la scala con la paura che potesse crollare come il muro – riferisce -. Ora speriamo che le notti fuori casa non debbano essere molte». Il Comune si era messo a loro disposizio­ne per qualsiasi esigenza ma avevano tutti già trovato ospitalità.

Dal retro L’inquilino dell’ultimo piano ha aperto la porta sul retro: da lì sono usciti tutti

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