Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Autonomia, il Sud schiera truppe bipartisan
VENEZIA Non solo il M5S. Con l’avvicinarsi del 15 febbraio, data indicata per la presentazione dell’intesa, anche Pd e Fi fanno sentire forte la loro voce contro l’autonomia del Veneto. «Avanti solo con equità» avverte il presidente della commissione federalismo Presutto. Zaia: «Sono ore decisive».
VENEZIA Con l’avvicinarsi della data del 15 febbraio, giorno in cui il Consiglio dei ministri dovrebbe presentare a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna la proposta d’intesa sull’autonomia, cresce la tensione tra i partiti e si fanno più forti le voci di quanti vogliono opporsi alla riforma convinti che si tratti della «secessione dei ricchi».
«Sull’autonomia siamo alle ore cruciali - conferma il governatore Zaia -. Il ministro Stefani sta facendo un ottimo lavoro. Si stanno chiudendo tutti i ragionamenti rispetto alle indicazioni del ministeri e i miei tecnici stanno scrivendo insieme al ministero la bozza definitiva da sottoporre al Consiglio dei ministri». Zaia ha continuato anche ieri la lunga tenzone che da una settimana lo vede contrapposto alla senatrice dei Cinque Stelle Paola Nugnes. «Qui ci giochiamo tutto non solo come Movimento che ha preso i suoi voti al Sud, ma come cittadini del Sud - ha detto Nugnes -. Se si vuole realizzare uno Stato federale così come scrive Zaia nella sua lettera ai cittadini del Sud, cosi come è ancora scritto nello statuto della Lega o addirittura abbozzato nella pre-intesa con il governo precedente dimissionario, che lo si dica apertamente». Replica di Zaia: «Ignora, la Nugnes, che le Regioni sono uguali sulla carta e diverse, da sempre, nei fatti. Le discriminazioni hanno ragion d’essere perché vi sono esponenti politici del suo livello, che continuano a predicare l’eguaglianza formalistica ma a ripudiare il principio della responsabilità nell’amministrare». Controreplica di Nugnes: «Zaia stia più attento e ascolti: se ha in mente uno Stato federale allora la Costituzione va mo-
dificata».
Ma non sono solo i Cinque Stelle a dirsi perplessi. Anche la senatrice di Forza Italia Sandra Lonardo, campana, avverte: «Se l’autonomia diventasse legge, se le Regioni del Nord si appropriassero del bottino del gettito fiscale prodotto nel proprio territorio, salterebbe il fondo perequativo che tiene in vita le aree deboli. In una parola salterebbe il Mezzogiorno». E il senatore del Pd David Faraone, siciliano, chiede a tutto il suo partito di prendere posizione «contro la secessione dei ricchi che mina l’unità nazionale e taglia le gambe al Mezzogiorno». Prova a mediare Vincenzo Presutto (M5S), vicepresidente della Commissione bicamerale per il federalismo fiscale, alla vigilia dell’Ufficio di presidenza che dovrà affrontare proprio il tema delle autonomie: «Il riconoscimento di maggiore autonomia può essere positivo se questo significa aumentare equità, efficacia ed efficienza nell’uso delle risorse. Ma non accetteremo che le funzioni vengano attribuite in base a fabbisogni standard strettamente legati alle capacità fiscali del territorio che chiede quelle funzioni».