Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
La protesta degli esclusi «Sceneggiata elettorale nessun vero risultato»
Nuovo scontro tra le associazioni
Intorno alle 13 l’ex VICENZA sindaco di Resana, Loris Mazzorato, è ormai rimasto quasi senza voce. Un po’ perché ha trascorso la mattinata a strillare contro Matteo Salvini, contro Luigi Di Maio, contro Zonin, i banchieri e, più in generale, contro chiunque provasse a difendere il governo. E un po’ perché è rimasto tre ore fuori dal palazzetto dello sport di Vicenza vestito solo con una maglietta e senza pantaloni «perché è così che mi hanno lasciato: in mutande», assicura. Anche lui ha perso i soldi nel crac delle Popolari: «Mi consigliavano di diversificare i miei investimenti, e così avevo comprato sia le azioni di Veneto Banca che quelle della Vicentina. Il risultato è che ho perso i risparmi di una vita .... ».
Mazzorato si aggira con una croce di legno e dei cartelli con su scritto «M5S e Lega: traditori». Ripete che questo governo non ha ancora fatto nulla per ristorare i risparmiatori, e intanto mescola la battaglia per i risarcimenti ai soci con quella contro l’obbligo dei vaccini «che i grillini avevano giurato di abolire e invece non hanno mosso un dito per cancellare la legge Lorenzin».
In tarda mattinata, l’ex sindaco in mutande è ancora in buona compagnia: circa trecento persone sono rimaste fuori dall’incontro con i due vicepremier. Alcune erano arrivate con due ore d’anticipo.
«Il palazzetto contiene 1.200 persone, non ci starete tutti», aveva avvertito fin da subito Luigi Ugone, del gruppo «Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza», che ha organizzato l’incontro assieme al Coordinamento Don Torta. Priorità quindi ai loro associati (ma anche qualcuno di coloro che aveva l’invito è rimasto fuori) mentre le altre associazioni sono rimaste escluse.
«Due ministri che parlano soltanto con alcuni risparmiatori e non con tutti - strilla Barbara Venuti, che rappresenta un gruppetto di risparmiatori arrivato dalla provincia di Udine - è una vergogna». A fine mattinata, un risultato lo ottiene: quando Salvini lascia il palazzetto, a furia di strillargli contro riesce a strappare al ministro la promessa di un incontro la prossima settimana.
Di fatto, l’appuntamento di ieri ha segnato l’ennesima occasione di scontro tra le diverse anime che rappresentano i soci delle Popolari. In una nota congiunta, alcune delle associazioni escluse parlano di «una sceneggiata elettorale con nessun risultato concreto per i risparmiatori traditi. Iniziative come queste rendono ancora più incerto, accidentato e ritardato, il percorso e il lavoro concreto e proficuo fatto precedentemente».
Insomma, da un lato ci sono i gruppi di Ugone e di don Torta che, con l’arrivo a Vicenza dei due ministri, ieri hanno dimostrato di avere un certo appeal su questo governo. Dall’altro, una dozzina di associazioni costrette a rimanere - letteralmente - a guardare il successo dei «rivali». Da mesi i due schieramenti si fanno la guerra.
Patrizio Miatello, di «Ezzelino da Onara», boccia l’appuntamento di ieri: «Nessuna modulistica per l’accesso al fondo indennizzo è stata presentata ma vi è stata solo la generica promessa di provvedere, in futuro, all’attuazione del fondo indennizzo risparmiatori, senza peraltro indicare alcun termine».
Mentre all’interno del palazzetto sfilano ministri e autorità, all’esterno decine di poliziotti continuano a vigilare su chi è rimasto fuori. Fischi e strilla, nient’altro. Un po’ di tensione si è registrata solo quando a un giornalista di Piazza Pulita, Salvatore Gulisano, è stato impedito di rientrare nel palazzetto per recuperare l’attrezzatura: il servizio d’ordine, in modo un po’ rude, l’ha sbattuto fuori.
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L’ex azionista
I ministri che parlano solo con alcune associazioni e non con tutte, è una vergogna,