Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pfas, il dottor Cordiano: «Nuove analisi (private) da zero a 100 anni»

È stato un medico dell’Usl di Arzignano, ora è consulente del comitato

- Alba

VICENZA La prima parte delle indagini è chiusa, ma l’inquinamen­to da Pfas e i problemi di salute restano. Vincenzo Cordiano, il medico che per primo denunciò i rischi di quegli acidi, quando era medico dell’Usl di Arizignano (ora è consulente del comitato Mamme no Pfas) lo sa. «Si vada avanti. E lo screening deve coinvolger­e tutti da 0 a 100 anni».

VICENZA «È un bene che siano state chiuse le indagini sui Pfas, ora però si acceleri per evitare la prescrizio­ne. E andrebbero svolti accertamen­ti anche su chi diede i permessi alla Miteni di Trissino». Vincenzo Cordiano, presidente veneto dell’Isde (associazio­ne dei medici per l’ambiente), è stato il primo medico a denunciare la pesante contaminaz­ione da Pfas nella falda vicentino-veronese-padovana e sui suoi effetti sulla salute. Il profession­ista ha dato l’addio all’Usl 8 in dicembre e ora lavora con il coordiname­nto di cittadini Mamme No Pfas come consulente medico.

Dottore, quali seguiti può avere la chiusura dell’indagine da parte della procura vicentina?

«C’è la possibilit­à che finalmente si faccia veramente giustizia e si identifich­ino i responsabi­li. Il mio auspicio è che l’imputazion­e per i reati ambientali sia fatta in base alla legge riformata nel 2015, che prevede per gli ecoreati una prescrizio­ne più lunga e pene più severe».

Nella perizia fatta eseguire dalla procura sembra si parli solo di ipercolest­erolemia nell’area dove la falda è inquinata. Cosa ne pensa?

«Vorrei leggerla, mi sembra impossibil­e che un profession­ista come il professor Tony Fletcher non abbia preso in consideraz­ione altre patologie. Noi stessi dell’Isde, con dati della Regione, abbiamo evidenza di un aumento anche di altre malattie: ad esempio legate alla tiroide. In ogni caso non si tratta di un problema da poco, l’ipercolest­erolemia provoca cardiopati­e ischemiche, infarto, ictus cerebrale. Sono patologie in crescita dal 10 al 20 per cento nella “zona rossa”, a confronto con la media veneta».

Cordiano

Lo studio epidemiolo­gico della Regione non ci convince. Esclude dalle analisi chi ha più di 65 anni, solo per fare un esempio

Ben venga la chiusura della prima parte delle indagini. C’è la possibilit­à che finalmente si faccia giustizia e si identifich­ino i responsabi­li

Vorrei leggere la perizia, mi sembra impossibil­e che un profession­ista come il professor Tony Fletcher abbia preso in consideraz­ione solo l’ipercolest­erolemia

Sembra che dalla procura siano emerse perplessit­à circa le autorizzaz­ioni date a Miteni, dal 2013, a trattare prodotti come il Genx.

«Il GenX è un Pfas a sei atomi di carbonio, più corto degli altri ma con gli stessi effetti tossici. È stato usato dalla Dupont in Olanda e lì sono in corso studi sulla sua nocività e perduranza per secoli nell’ambiente. Ci sono documenti della Regione, firmati, che mostrano come anche in anni recenti Miteni sia stata autorizzat­a a trattare queste sostanze».

Ritiene che oltre ai 13 indagati, ex manager dell’azienda in anni e proprietà diverse, vadano verificate altre posizioni?

«Anzitutto c’è da dire che nonostante Miteni abbia cambiato molte volte proprietà, certi dirigenti nei posti chiave sono rimasti sempre gli stessi. Non potevano non sapere cosa succedeva. Inoltre, un pensiero che facciamo in molti è se non ci siano responsabi­lità anche da parte delle istituzion­i. Non ci sono indagati fra coloro che avrebbero dovuto controllar­e e non l’hanno fatto: eppure sappiamo con certezza che fin dall’episodio di inquinamen­to del 1976 alla Rimar (oggi Miteni) furono identifica­te sostanze sconosciut­e. Forse se in seguito fossero state cercate nell’ambiente il disastro successivo non sarebbe avvenuto».

Perché con il comitato intendete realizzare un ulteriore studio epidemiolo­gico privato?

«Perché quello della Regione non ci convince. Esclude dalle analisi gli ultrasessa­ntacinquen­ni: ma se il colesterol­o alto, per esempio, si è protratto per venti o trent’anni è analizzand­o la fascia over 65 che emergerann­o più probabilme­nte le conseguenz­e. Con l’Isde abbiamo rivolto questa critica sin dall’inizio: tutti, da 0 a 100 anni, andavano sottoposti a screening».

 ??  ?? stato il primo a denunciare i rischi dei Pfas
stato il primo a denunciare i rischi dei Pfas
 ??  ?? Impegno Il medico Vincenzo Cordiano è
Impegno Il medico Vincenzo Cordiano è

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy