Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
In biblioteca con finto gilet esplosivo il sindaco: aiuteremo quel ragazzo
Arzignano, Gentilin: scherzo di cattivo gusto, affronterà un percorso di recupero
ARZIGNANO «Quel giubbino esplosivo portato in biblioteca da un quindicenne è stato solo uno scherzo di cattivo gusto tenendo conto dei tempi di massima allerta per il rischio di attentati terroristici, ma non può essere ignorato: incontrerò la famiglia del minore e mi interesserò perché il ragazzino affronti un percorso di recupero attraverso la scuola».
Si è subito attivato il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin, dopo che, giovedì sera, un adolescente ha innescato il fuggi fuggi tra le urla dei compagni e amici dalla biblioteca. Struttura in cui si era presentato per mostrare loro una sorta di giubbino da kamikaze che si era costruito in autonomia, realizzando una cintura con voluminosi fusibili, cavi elettrici collegati e tanto di telecomando. Solo un pretesto per catturare l’attenzione, per fare colpo, anche sulle ragazzine, che in realtà h avuto un effetto insperato, quello di far scattare l’allarme e far convergere sul posto carabinieri e vigili del fuoco. Non senza guai con la giustizia, con una denuncia fatta scattare per lo studente, per procurato allarme. La famiglia del minore, figlio di stranieri, dei Paesi Balcanici, è già conosciuta ai servizi sociali: è residente da anni ad Arzignano ma a quanto pare non sarebbe del tutto inserita nel tessuto sociale.
Il gesto del quindicenne sarebbe dettato dalla voglia di farsi notare, di riuscire a stupire con effetti speciali. E a stupire è stata l’accuratezza e la dimestichezza con cui ha realizzato quel gilet attrezzato mettendo assieme una serie di fusibili elettrici ad alto voltaggio (380) assicurandoli tra loro con del nastro adesivo all’altezza dell’addome, come fosse una cintura di esplosivo, e vi aveva collegato, sul serio o per finzione, alcuni cavi elettrici e un telecomando.
«Probabilmente ha copiato da siti dell’Isis come costruire quel gilet, del resto i ragazzi sono vittime della violenza espressa su internet e mezzi di comunicazione di massa – prosegue il primo cittadino – per lui ora ci vuole un recupero, abbiamo possibilità anche attraverso la scuola, con gli insegnanti che si occupano di patologie giovanili come il bullismo: quanto accaduto è frutto dell’esibizionismo, è bullismo un po’ mascherato, il ragazzo ha voluto mostrare i muscoli ma ha esibito una falsa forza pericolosa».
Uno scherzo di carnevale o una bravata che «ha provocato paura, pericoloso sociale – insiste Gentilin – mi auguro che non abbia un emulo, che non debba più accadere, un messaggio che faremo passare anche alle scuole». L’amministratore sa bene cosa sia la paura, quella vera, cosa un attentato.
«Nel 2006 quando ero ad Amman per un congresso medico un kamikaze si è fatto esplodere a venti metri e pochi minuti di differenza da me e i colleghi, facendo 26 vittime – racconta, sospirando – giovedì gli addetti della biblioteca sono stati attenti a cogliere il significato di quanto accaduto».