Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sfrattato dalla casa dove è ai domiciliari viene arrestato
MONTECCHIO MAGGIORE Agli arresti domiciliari per scontare una condanna definitiva per droga a quattro anni e mezzo, avverte i carabinieri dell’imminente sfratto esecutivo dalla casa in cui vive con la compagna. E senza più abitazione, l’albanese Albano Hajdaraj è ben cosciente che non gli rimane altra alternativa che essere trasferito in carcere. Ma quando, a distanza di qualche ora dal contatto coi militari, il 29enne si presenta in caserma con le valigie, pronto a dire: «Sono qui, portatemi in carcere», viene arrestato per evasione. Accusato di aver messo piede fuori dall’abitazione in cui era «detenuto». Un arresto, che però, ieri mattina, il giudice Chiara Cuzzi non ha convalidato visto che mancava l’elemento soggettivo, il dolo, visto cioè che il 29enne non aveva alcuna intenzione di scapparsene via, di non scontare la sua pena. Semplicemente, avvertiti i carabinieri del fatto che di lì a qualche giorno non avrebbe più avuto un tetto sopra la testa – carabinieri che, andati a casa sua, avevano verbalizzato il tutto – era convinto che il trasferimento in carcere fosse automatico. Quando ancora però il magistrato di sorveglianza doveva decidere sul merito. Insomma, l’albanese protagonista dell’episodio kafkiano avvenuto venerdì, era in buona fede. E quell’arresto, per quanto avesse lasciato le quattro mura dove era ristretto, non aveva motivo di essere (di diverso avviso la pubblica accusa che aveva chiesto 5 mesi e 10 giorni di condanna). Risultato, dopo essere comparso in tribunale, ieri mattina, con l’avvocato Raffaella Di Paolo, lo straniero è tornato a