Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Zeffirelli firma una nuova «Traviata» per l’Arena: «Corono un sogno, l’opera rappresenta la donna perfetta»
«Amo tutto della Traviata, soprattutto la protagonista Violetta, perché è l’immagine perfetta della donna, di oggi e di sempre» racconta il maestro Franco Zeffirelli, che inaugurerà il festival lirico il
21 giugno, con repliche fino al
5 settembre. «Questa nuova produzione è il coronamento di un sogno – spiega il sovrintendente e direttore artistico Cecilia Gasdia – Nel 1984 il maestro Zeffirelli mi scelse per interpretare Violetta nel suo primo allestimento fiorentino di Traviata, con Carlos Kleiber sul podio. E io oggi sono orgogliosa, emozionata, commossa e fortunata, dopo 35 anni, di potergli restituire il dono immenso che mi fece». Sì perché Zeffirelli pensa a un allestimento areniano della Traviata dal 1995, anno della sua Carmen e dell’inizio della sua proficua collaborazione con la fondazione, seguita da Aida, Il Trovatore, Turandot, Madama Butterfly e Don Giovanni ed è a qualche anno dopo (precisamente dal festival «Franco Zeffirelli e l’Arena» del 2010) che risalgono i bozzetti per le scene, tirati fuori dall’archivio per farne finalmente un allestimento concreto. La nuova Traviata del maestro è la nona rivisitazione del dramma verdiano nel suo curriculum artistico, escludendo la versione cinematografica del 1983 che segnò la storia dell’opera lirica sul grande schermo, e tutte, dalla prima del 1958, quando l’affrontò per la prima volta a Dallas con Maria Callas, fino all’ultima al Teatro dell’Opera di Roma del 2007 hanno incantato il pubblico mondiale in una continua rilettura, esteticamente ineccepibile ed emotivamente trascinante del popolarissimo dramma verdiamo.
La Traviata che sarà, targata estate 2019, è quindi una sintesi del suo lavoro intellettuale sul testo durato una vita intera, con l’aggiunta di inedite soluzioni scenografiche, che rappresentano «una bella sfida per i reparti tecnici» come la definisce il direttore degli allestimenti scenici Michele Olcese. Una su tutte, l’inserimento del sipario, ancora mai visto sul palco areniano, se non simulato da una serie di pannelli (proprio nella Carmen zeffirelliana). L’effetto avveniristico si può (per ora) solo immaginare: «Sarà come entrare in Arena e trovare un teatro – svela Gasdia – un teatro che poi, a sua volta, svela l’Arena» scoprendo le maestose scenografie che si dipaneranno in pochi secondi, diventando il coup de theatre dentro lo spettacolo stesso.
A disegnare gli abiti di circa 250 persone (compresi coro e comparse), fedelissimi alla moda del 1850, il pennino di Maurizio Millenotti, fedele collaboratore di Zeffirelli, con due nomination agli Oscar «entrambe grazie a Franco, precisamente per i film Otello del 1986 e Amleto del 1990» sottolinea. Se Carlo Centolavigna assisterà alle imponenti scene, Massimo Luconi ne riprenderà la regia.
«Questa inaugurazione è un investimento pensato per garantire un grande futuro per Fondazione Arena perché sono certa che questa Traviata impreziosirà tante estati areniane nei decenni futuri come già avvenuto per tutti gli spettacoli di Franco Zeffirelli a partire dal 1995» continua il sovrintendente. «Ci siamo tenuti per mano tante volte» ricorda Zeffirelli, mentre il sovrintendente sorride «sì, ma mi ha anche massacrato – precisa - perché il Maestro per me è stato come un padre, ma è anche un grande perfezionista. Ha sempre lavorato coi giovani, spingendoli a trovare dentro di sé qualità che loro stessi non credevano di avere».
Sempre ai giovani è rivolto il pensiero, su e giù dal palco, perché sono loro il pubblico privilegiato dell’opera: «non avendo potuto godere di persona dei grandi allestimenti del passato, potranno riscattarsi godendo di un capolavoro storico, estetico e magniloquente che durerà nei decenni» è l’auspicio del vicedirettore artistico Stefano Trespidi. La Traviata non sarà però l’unica regia imminente di Zeffirelli: il 29 giugno toccherà a Il Trovatore tornare in scena, con gli interpreti Anna Netrebko e Yusif Eyvazov. «Trascorrere una giornata con Violetta, significa assaporare ogni sfumatura dell’animo femminile – conclude il Maestro, ma quando scattano applausi e complimenti, chiosa - su andiamo, non diciamo fregnacce».
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Il maestro
Amo tutto della Traviata, rappresenta per me l’immagine della donna perfetta, di ieri e di oggi