Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’ATTACCO AI REIETTI DEL FUMO
Immaginiamo una sdraio e un ombrellone tra i tanti, su una spiaggia dell’Adriatico, nel prossimo luglio. Un incauto bagnante si accende una sigaretta, all’aperto, sotto il cielo azzurro. Tac! Da dietro le cabine del bagno affollato spunta il guardiano, custode della moralità balneare, che rigonfio di soddisfazione gli mostra il cartello: vietato fumare. Mentre già il gendarme del tabacco comincia a compilare la multa, il nostro ingenuo fumatore balbetta, «ma non siamo all’aperto?». «Sì», risponde trionfante l’agente mentre segna data, ora e importo della contravvenzione. «Ma qui è diverso». Siamo a Bibione, comune di San Michele al Tagliamento, Udine, prima località defumatorizzata. Otto chilometri di spiagge in cui, per ordinanza, non ci si limita più a informare (il che è giusto) le persone sui danni del fumo e ad impedire (altrettanto giusto) che in locali angusti le persone respirino le sigarette altrui: no, il divieto qui ha fatto un passo successivo. Il fumo è bandito anche all’aria aperta. Se a qualcuno sembra l’inizio di un romanzo distopico, malamente scopiazzato da Houellebecq che nell’ultimo «Serotonina» fornisce dettagliate e spassose istruzioni su come smontare i rilevatori antifumo degli alberghi per poter fumare in santa pace nel privato della propria stanza, si sta sbagliando. Questa non è fiction letteraria, è la realtà prossima ventura.
Impedire una sigaretta in luoghi non chiusi mentre respiriamo comunque tutti i giorni ben altri fumi e sostanze. Per il puro gusto, tutto peculiare delle società democratiche, di regolare minuziosamente e istericamente il proprio prossimo anche nei suoi vizi privati. Lo sta per fare Bibione, e sarà anche una furba mossa di marketing «green»: siamo l’unica spiaggia con l’aria pulita, cristallina,reciterà la campagna pubblicitaria ben anticipata in questi giorni dai giornali. Sottofondo di brezza marina (nella realtà magari c’è l’odore della friggitoria contigua e dell’olio solare dei vicini di ombrellone). La verità è che i fumatori, nella nostra società, sono sempre meno. (Incidentalmente, anche chi scrive non lo è). Dunque il loro peso specifico, sul mercato, è irrilevante, è un pallido ricordo di quando i cinema, per far cassa, neanche si sognavano di bandire gli incalliti fumatori novecenteschi, anzi li blandivano, e uno i film doveva vederli attraverso nuvole azzurrine.
Allora i fumatori dettavano legge, e non era una buona cosa, anzi diciamolo, se gli utenti di sigaretta sono sempre meno è una buona notizia per i polmoni e per le casse del servizio sanitario. Ma in questa storia di sussiegosi regolamenti balneari e di nevrosi contemporanee per regole, divieti e ordinanze i costi per la sanità non c’entrano. Questa non è l’abitacolo di un’automobile, è l’atmosfera terrestre. C’è posto per tutti, sotto il cielo stellato. Che fare, parimenti, se il vicino di ombrellone ha una sudorazione intensa? Se parla con un tono di voce insopportabile? Se dice cose orribili? Nel darne la notizia, a Bibione spiegano che è anche questione di inquinamento: pulire i mozziconi è faticoso e costoso. Ma allora si multino quelli che li buttano. Vietiamo le gomme da masticare perché la gente le sputa, i gelati perché ci sono dei cretini che gettano le confezioni per terra? Il comune di San Michele annuncia che creerà «aree attrezzate e delimitate» per i pochi, immaginiamo tremebondi fumatori rimasti. Vedremo se tali aree saranno una porzione di spiaggia o un gabbiotto di reclusione per reietti sociali a molti metri dal mare dove recarsi per espiare il peccato capitale. Ecco, forse è semplicemente come dice Tiziana su Facebook commentando la notizia: di un capro espiatorio per i nostri vizi privati, anche nelle società moderne e tolleranti, avremo sempre bisogno.