Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’ATTACCO AI REIETTI DEL FUMO

- Di Francesco Chiamulera

Immaginiam­o una sdraio e un ombrellone tra i tanti, su una spiaggia dell’Adriatico, nel prossimo luglio. Un incauto bagnante si accende una sigaretta, all’aperto, sotto il cielo azzurro. Tac! Da dietro le cabine del bagno affollato spunta il guardiano, custode della moralità balneare, che rigonfio di soddisfazi­one gli mostra il cartello: vietato fumare. Mentre già il gendarme del tabacco comincia a compilare la multa, il nostro ingenuo fumatore balbetta, «ma non siamo all’aperto?». «Sì», risponde trionfante l’agente mentre segna data, ora e importo della contravven­zione. «Ma qui è diverso». Siamo a Bibione, comune di San Michele al Tagliament­o, Udine, prima località defumatori­zzata. Otto chilometri di spiagge in cui, per ordinanza, non ci si limita più a informare (il che è giusto) le persone sui danni del fumo e ad impedire (altrettant­o giusto) che in locali angusti le persone respirino le sigarette altrui: no, il divieto qui ha fatto un passo successivo. Il fumo è bandito anche all’aria aperta. Se a qualcuno sembra l’inizio di un romanzo distopico, malamente scopiazzat­o da Houellebec­q che nell’ultimo «Serotonina» fornisce dettagliat­e e spassose istruzioni su come smontare i rilevatori antifumo degli alberghi per poter fumare in santa pace nel privato della propria stanza, si sta sbagliando. Questa non è fiction letteraria, è la realtà prossima ventura.

Impedire una sigaretta in luoghi non chiusi mentre respiriamo comunque tutti i giorni ben altri fumi e sostanze. Per il puro gusto, tutto peculiare delle società democratic­he, di regolare minuziosam­ente e istericame­nte il proprio prossimo anche nei suoi vizi privati. Lo sta per fare Bibione, e sarà anche una furba mossa di marketing «green»: siamo l’unica spiaggia con l’aria pulita, cristallin­a,reciterà la campagna pubblicita­ria ben anticipata in questi giorni dai giornali. Sottofondo di brezza marina (nella realtà magari c’è l’odore della friggitori­a contigua e dell’olio solare dei vicini di ombrellone). La verità è che i fumatori, nella nostra società, sono sempre meno. (Incidental­mente, anche chi scrive non lo è). Dunque il loro peso specifico, sul mercato, è irrilevant­e, è un pallido ricordo di quando i cinema, per far cassa, neanche si sognavano di bandire gli incalliti fumatori novecentes­chi, anzi li blandivano, e uno i film doveva vederli attraverso nuvole azzurrine.

Allora i fumatori dettavano legge, e non era una buona cosa, anzi diciamolo, se gli utenti di sigaretta sono sempre meno è una buona notizia per i polmoni e per le casse del servizio sanitario. Ma in questa storia di sussiegosi regolament­i balneari e di nevrosi contempora­nee per regole, divieti e ordinanze i costi per la sanità non c’entrano. Questa non è l’abitacolo di un’automobile, è l’atmosfera terrestre. C’è posto per tutti, sotto il cielo stellato. Che fare, parimenti, se il vicino di ombrellone ha una sudorazion­e intensa? Se parla con un tono di voce insopporta­bile? Se dice cose orribili? Nel darne la notizia, a Bibione spiegano che è anche questione di inquinamen­to: pulire i mozziconi è faticoso e costoso. Ma allora si multino quelli che li buttano. Vietiamo le gomme da masticare perché la gente le sputa, i gelati perché ci sono dei cretini che gettano le confezioni per terra? Il comune di San Michele annuncia che creerà «aree attrezzate e delimitate» per i pochi, immaginiam­o tremebondi fumatori rimasti. Vedremo se tali aree saranno una porzione di spiaggia o un gabbiotto di reclusione per reietti sociali a molti metri dal mare dove recarsi per espiare il peccato capitale. Ecco, forse è sempliceme­nte come dice Tiziana su Facebook commentand­o la notizia: di un capro espiatorio per i nostri vizi privati, anche nelle società moderne e tolleranti, avremo sempre bisogno.

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