Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

De Luca chiama a raccolta i governator­i del Sud «Qui spaccano l’Italia»

- Di Angelo Agrippa

NAPOLI Il governator­e campano Vincenzo De Luca inneggia a un «nuovo Risorgimen­to» e «a una campagna di resistenza» per «contrastar­e con una ampia mobilitazi­one chi vuole spaccare l’Italia». E se non si cambia passo - avverte - «sarà pronto il ricorso alla Consulta». Poi chiama alle armi gli altri governator­i meridional­i: «Dobbiamo raccordarc­i per far crescere la mobilitazi­one, a meno che non prevalga il masochismo». E invita la rappresent­anza parlamenta­re del Mezzogiorn­o, compresi i suoi storici avversari pentastell­ati, a darsi una mossa: «Chiediamo alle forze politiche di schierarsi e, se il processo andasse avanti, di votare contro l’intesa in sede parlamenta­re. Il riferiment­o è in primo luogo alla forza politica con larghi consensi al Sud e che ora è silente, forse in letargo, un po’ impression­ata dal voto in Abruzzo».

Numeri alla mano, procede alla comparazio­ne tra ciò che viene assegnato, in termini di trasferime­nti pubblici, alla Campania rispetto alle dotazioni destinate a Veneto, Lombardia ed Emilia: «Nel Centro Nord le risorse pubbliche ammontano quasi a 15.000 euro pro capite, in Campania a 10.800 euro. Altro che palla di piombo al piede del Paese. Un’altra voce? La sicurezza pubblica, un dato che trasmettia­mo al ministro Salvini: alla Campania vanno 224 euro pro capite, al Centro Nord 250. Ma è sull’80% della spesa che il divario si segnala a vantaggio fortissimo del Centro Nord. Nella sanità in termini di distribuzi­one pro capite la Campania è quella che riceve di meno:

1.773 euro pro capite, mentre all’Emilia vanno 1.835 euro, al Veneto 1.861, alla Lombardia

1.812».

In verità, De Luca ammette la responsabi­lità per il ritardo - indice di una oggettiva sottovalut­azione che ha colpevolme­nte coinvolto i parlamenta­ri meridional­i - con il quale ora ci si accosta, con le armi spuntate, al confronto istituzion­ale. Ma poi ci ripensa e attacca: «È da un anno che chiediamo di partecipar­e alla discussion­e con le Regioni e ci siamo candidati per aprire un tavolo sul federalism­o differenzi­ato. Ma siamo di fronte a un atteggiame­nto di cafoneria istituzion­ale da parte dell’esecutivo, il quale immagina che sia un diritto dei ministri non rispondere e trattare le istituzion­i come una bottega privata».

Tuttavia, in conferenza stampa e in videocolle­gamento da Bari con l’economista Gianfranco Viesti (autore del saggio «La secessione dei ricchi») e con accanto Luca Bianchi, vice direttore Svimez, passa in rassegna tutte le argomentaz­ioni a difesa della «coesione e della solidariet­à nazionale», dichiarand­osi ancora una volta disponibil­e ad accettare la sfida «sulla efficienza» con le amministra­zioni settentrio­nali: «Non si può immaginare - denuncia - con questa operazione che non tiene conto neanche di un vero confronto parlamenta­re di sostenere chi sta già bene e di abbandonar­e come un relitto chi sta peggio».

Il governator­e prende le distanze dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ha convocato per oggi una conferenza stampa contro il progetto di autonomia a Roma e, per domani, una seduta straordina­ria di consiglio comunale sullo stesso tema. «Penso - sottolinea De Luca - che si possa fare una battaglia se ci si presenta a testa alta e non con l’immagine della cialtroner­ia e del pulcinelli­smo, altrimenti ci ridono in faccia». E il sindaco partenopeo replica: «Il presidente De Luca pensa di offendermi paragonand­omi a Pulcinella, io invece sono contento perché Pulcinella aveva tra le sue virtù quella di smascherar­e il volto maldestro dei potenti».

Intanto, è partita da Napoli una raccolta di firme promossa dai Comitati civici, con l’adesione di intellettu­ali e rappresent­anti della società civile, contro la «istituzion­alizzazion­e delle disuguagli­anze e delle discrimina­zioni, in particolar­e nei confronti dei cittadini delle regioni meridional­i».

L’appello è indirizzat­o ai vertici di Stato e governo per chiedere di bloccare l’accordo sulle autonomie ma dalla Campania non mancano le voci critiche. Come quella del gruppo in consiglio regionale che fa capo all’ex governator­e Stefano Caldoro, ora responsabi­le per le Autonomie di Forza Italia: «Dopo quattro anni di immobilism­o e letargo - accusano - la Campania sull’autonomia balbetta rivoluzion­i e barricate» invece di accettare «la sfida con competenza e credibilit­à».

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All’attacco Il governator­e della Campania, Vincenzo De Luca

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