Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Grandi navi via dalla laguna «Intesa vicina»
Il Mit parla di intesa e anche se proprio così ancora non è le crociere sembrano concilianti e pronte a trovare una soluzione di compromesso. La prossima settimana è attesa la decisione.
VENEZIA Nei prossimi 81 anni il livello del mare si alzerà di un metro e 6 centimetri a Venezia e mangerà una considerevole fetta di spiaggia a tutto il litorale veneto. Lo dice uno studio dell’Enea, l’ente pubblico che effettua ricerche su energia, ambiente e nuove tecnologie. Il rapporto è stato presentato ieri a Roma al convegno tenuto insieme a Confcommercio e non caso intitolato «Pericolo Mediterraneo per l’economia del mare» perché la ricerca dice che da qui al 2100 sono a rischio inondazione 5.686 chilometri di costa ed entroterra tra porti, spiagge, litorali: una porzione di Italia sommersa grande quanto la Liguria. In testa alla classifica delle località portuali e turistiche che rischiano di essere maggiormente sommerse c’è Venezia, per la quale sono previsti un metro e 6,4 centimetri di innalzamento di base; tuttavia, in condizioni di mareggiate, scirocco e marea lunare si arriverebbe anche a due metri.
La previsione si riferisce ad uno scenario nel quale la difesa dei litorali continuerà ad essere quella attuale,con pochi fondi e scarsa programmazione nazionale. E l’assenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa è stata notata e registrata come un segnale del governo. A rischiare sono i porti, le spiagge e il Mose, dice Luigi Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto, che chiede l’attivazione della cabina di regia portuale nazionale e il rafforzamento del consiglio superiore dei Lavori Pubblici «per elaborare un organico e dettagliato piano nazionale di opere di difesa sul modello olandese». «Il Mose è stato concepito sulla base di dati sensibilmente inferiori a quelli di cui disponiamo oggi — avverte — e bisognerebbe capire cosa accadrà quando questo entrerà in funzione e dovrà probabilmente operare per una quantità di giorni decisamente superiore a quella di cui si è parlato sinora». Barriere sempre alzate significano porto chiuso alle navi.
«Se non è il caso di fare allarmismo, è però indispensabile mettere in campo una pianificazione che prenda in considerazione anche l’esito dello studio presentato oggi», sottolinea il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon. L’economia turistica legata al mare e alle spiagge risentirà inesorabilmente del lento innalzamento delle acque. «C’è tempo per correre ai ripari — assicura Marco Michielli, presidente veneto di Confturismo — Con la Regione continueremo a monitorare la situazione con le opere di messa in sicurezza di tutta la terra veneta. Non bisogna limitarsi a reagire: si deve agire».
Intanto sembra vicino un accordo sulle grandi navi. «C’è unità di intenti per portare le crociere fuori della laguna», dice il ministero delle Infrastrutture dopo l’incontro con le compagnie. In realtà l’unità di intenti è sullo spostamento dal canale della Giudecca. Le compagnie si sono dichiarate pronte a farsi carico del dragaggio del canale Vittorio Emanuele per mantenere le crociere alla Marittima (entrando però dalla bocca di porto di Malamocco e non passando più davanti a San Marco) e hanno aperto al terminal fuori dalla laguna in un secondo momento. E’ quello che ribadiranno martedì prossimo il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente del Veneto Luca Zaia al ministro Danilo Toninelli, quando sarà definito il piano. (mo. zi. - f. b.)
Il futuro Il livello dell’acqua è destinato ad alzarsi di un metro