Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il Veneto terrà parte delle tasse raggiunto l’accordo con il Mef
La bozza dell’intesa ora ha anche un quadro fiscale. Zaia: «Sono pronto alla firma»
VENEZIA A poche ore dall’approdo in Consiglio dei ministri delle bozze d’intesa sull’autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, il ministro degli Affari regionali Erika Stefani chiude con il ministero dell’Economia l’accordo per il finanziamento delle nuove competenze chieste dalle tre Regioni. Un passaggio fondamentale per il prosieguo della riforma, arrivato al fotofinish: nella bozza circolata all’inizio della settimana, infatti, l’articolo 5 rubricato «Risorse finanziarie» era desolatamente bianco e certo era impensabile che l’iter potesse proseguire senza che fosse chiara l’architettura economico-finanziaria sottostante al trasferimento delle funzioni che vanno dalla scuola alla sanità, dall’ambiente alle infrastrutture, dalla giustizia ai beni culturali.
La svolta è arrivata nella mattinata di ieri, grazie ad un vertice in via XX Settembre tra Stefani, il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia ed il sottosegretario Massimo Bitonci. «Sui testi delle intese per l’autonomia differenziata è stato raggiunto l’accordo sulla parte finanziaria. Si è dunque chiusa l’istruttoria con il Mef in modo positivo» l’annuncio all’uscita. Due i punti chiave della nota, il primo riguardante il quantum, il secondo il come. «L’accordo prevede l’approdo ai costi e fabbisogni standard partendo da una fase iniziale calcolata sul costo storico» spiegano Garavaglia e Stefani senza scendere nel dettaglio, che è questo: in una prima fase la Regione godrà delle stesse risorse spese fino a quel momento dallo Stato per la gestione della funzione (la scuola, ad esempio) nel suo territorio; in una seconda fase, dopo tre anni, le risorse saranno calcolate in base al valore medio nazionale pro-capite della spesa statale relativa alla funzione; nella terza e ultima fase, attesa entro cinque anni, le risorse saranno calcolate in base a costi e fabbisogni standard.
Si diceva poi del come. «La copertura sarà a saldo zero e le risorse sono garantite tramite la compartecipazione di imposte» dicono Garavaglia e Stefani. Il meccanismo è quello già previsto e applicato per l’Iva, che verrebbe però esteso all’Irpef, all’Ires e alle accise sui carburanti. Secondo il Mef la formula sarebbe al riparo dai minacciati ricorsi alla Corte costituzionale poiché rispettosa dell’articolo 119 della Carta («I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio») e perché verrebbero date esplicite garanzie in tema di «invarianza di spesa» per le casse dello Stato e di rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (i Lea) e dei Livelli essenziali di prestazione (i Lep).
«Finalmente stiamo aprendo il cuneo» esultano i leghisti, mentre Garavaglia e Stefani provano a tranquillizzare amministratori e parlamentari del Sud, che annunciano bat-
Stefani e Garavaglia
Raggiunta l’intesa sulla parte finanziaria La solidarietà nazionale non si tocca
Luca Zaia
Sul piano tecnico c’è tutto, restano da superare alcuni punti di disaccordo
taglia: «Il regionalismo differenziato è un sistema innovativo di efficientamento. Vogliamo rassicurare tutti: ogni preoccupazione sull’impianto generale dello Stato è del tutto infondata. Nessuna misura di solidarietà nazionale verrà meno e mai saranno sottratte risorse da un territorio in favore di un altro. Ricordiamo che l’efficientamento della spesa pubblica nelle singole regioni genera un beneficio a tutto l’impianto statale. Siamo positivi».
Anche il governatore Luca Zaia, che oggi informerà il consiglio regionale dei recenti sviluppi, pare ottimista e sebbene ribadisca una volta di più di non voler firmare «soluzioni annacquate» e di non accettare «prevaricazioni da parte di Roma», salendo la scaletta dell’aereo che lo riporta dalla capitale a Venezia si sbilancia: «Sul piano tecnico c’è tutto, abbiamo una bozza. Ci sono dei punti sui quali non c’è ancora l’accordo (sono quelli di sempre, riferibili ai ministeri a Cinque Stelle, dalla sanità alle infrastrutture, dall’ambiente ai beni culturali; la circostanza è confermata da Stefani: «Restano dei nodi politici sui quali discutere» ndr.) però io sono un inguaribile ottimista e penso che alla fine troveremo un accordo». E aggiunge: «C’è finalmente un documento finale che, se fosse confermato avere i contenuti proposti dal Veneto, per noi è immediatamente sottoscrivibile».
Che cosa ci si deve quindi attendere dal Consiglio dei ministri di stasera? Probabilmente la presa d’atto del lavoro svolto fin qui da Stefani e l’indicazione da parte del premier Giuseppe Conte di una road map condivisa con i governatori e «temperata» dalle richieste del Movimento Cinque Stelle, che forte del consenso nel Mezzogiorno assiste con tensione all’avanzare della riforma (un passaggio in commissione bicamerale Affari regionali?). Visto quel che è successo ieri con il Mef, poi, non è da escludere che si tengano nuovi, improvvisi incontri, magari al ministero della Sanità. «Il passaggio in Consiglio dei ministri è fondamentale chiosa Zaia - vedremo cosa ne uscirà».