Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Furbetti della 104 al mare: licenziati
La truffa da gennaio 2015 a giugno 2017. Hanno già risarcito l’ente di via Montale
VICENZA Al mare in permesso retribuito per assistere l’anziano genitore malato: licenziati due dipendenti dell’ente camerale di Vicenza.
VICENZA Se l’erano spassata quando, in permesso retribuito dal lavoro per assistere l’anziano genitore malato, erano invece in spiaggia, al mare o a fare shopping. Meno quando hanno dovuto risarcire fino all’ultimo centesimo il datore di lavoro, la Camera di Commercio di Vicenza, per le giornate di cui avevano usufruito per almeno due anni per scopi diversi da quelli previsti dalla legge 104 (quasi 19mila euro). E devono essersi alquanto pentiti quando, a dicembre, si sono visti recapitare dalla Camera di Commercio la lettera di licenziamento in tronco, per giusta causa e senza preavviso appunto. Detto che era almeno dall’estate scorsa che Leonardo Grazian e Moreno Chiumento, questo il nome degli allora dipendenti, non avevano più messo piede negli uffici di via Montale, perché sospesi dal servizio dall’ente.
E ieri c’è stata la chiusura del cerchio, con la definizione del procedimento penale a loro carico per truffa, ai soli danni della Camera di Commercio. Sia Grazian, 51enne di Malo, che Chiumento, 57enne di Vicenza, hanno patteggiato di fronte al giudice per l’udienza preliminare Roberto Venditti otto mesi di reclusione e 400 euro di multa ciascuno, con il beneficio della sospensione condizionale della pena e della non menzione. Detto che i due dovranno anche pagare le spese di costituzione e di giudizio poco meno di 3mila euro - alla Camera di Commercio che avevano raggirato. Sì perché ufficialmente erano in permesso retribuito dal lavoro per assistere il genitore anziano e malato; di fatto al mare, a fare compere al mercato o al centro commerciale, al bar per l’aperitivo o a buttare soldi alle macchinette, in una sala slot. Le prove sono state raccolte in oltre sei mesi di serrate indagini dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro, impegnati anche in appostamenti e pedinamenti: dai tabulati telefonici alla verifica delle celle agganciate, che ne davano la posizione, dalle tracce gps alla documentazione fotografica. Riscontri che hanno messo con le spalle al muro i due impiegati, «furbetti della legge 104», che prevede tre permessi mensili per assistere un familiare disabile. Peccato che, stando a quanto emerso, il parente bisognoso di assistenza (papà per uno e mamma per l’altro) i due colleghi lo avrebbero visto solo nel corso di rapide visite di cortesia, che duravano cinque, massimo quindici minuti, a fronte di nove ore di permesso richieste. E intanto l’anziano genitore era affidato in un caso esclusivamente alla badante, nell’altro a familiari conviventi. Una truffa, aggravata e continuata, proseguita dal primo gennaio 2015 al 30 giugno 2017 per l’accusa. Per un danno di 72 giorni retribuiti per Grazian (corrispondenti a più di 10.400 euro) e 55 per il collega (oltre 8.100 euro).
A insospettire la Camera di Commercio, che ha fatto scattare gli accertamenti, il fatto che i due chiedessero i permessi da «affiancare» a giorni di ferie e ponti. Sospetti che sono diventati indizi, imputazioni. Non senza sanzioni disciplinari pesanti quali appunto il licenziamento. «Gli addebiti contestati si sono rivelati di una tale gravità da impedire la prosecuzione anche provvisoria dei rapporti di lavoro – fa sapere Elisabetta Boscolo, segretario generale della Camera di commercio di Vicenza - L’ente, riscontrata la gravità dei danni patrimoniali e di immagine, ha ritenuto sia venuto meno il vincolo fiduciario con gli stessi».