Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Morto Giulio Brogi, una vita da attore tra cinema e tivù
L’artista veronese, 83 anni, è mancato ieri all’ospedale di Negrar Lunedì era nella serie (registrata) del Commissario Montalbano
La sua ultima esibizione che tanti amici ricordano, risale a questa estate, quando recitò davanti a un folto pubblico nel teatro all’aperto da lui ricavato nel bosco, vicino alla sua casa sulle colline della Valpolicella. L’attore Giulio Brogi, 83 anni, nato a Verona, è morto ieri nel tardo pomeriggio all’ospedale Sacro Cuore di Negrar.
Ma il grande pubblico l’aveva visto lunedì sera in tivù su RaiUno nella serie del commissario Montalbano, nella puntata di «Un diario del ‘43», tratto dai racconti di Andrea Camilleri. Appariva nel finale dell’episodio nel ruolo di Carlo Colussi, ormai invecchiato e diventato prete. Un’uscita di scena da grande attore quale è sempre stato: ad apprezzarlo infatti oltre 10 milioni di spettatori. La puntata ovviamente era stata registrata qualche tempo fa.
Nel fitto curriculum dell’artista spicca il film premio Oscar «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino, girato nel 2013, ma nella sua lunga carriera aveva lavorato con Liliana Cavani, i fratelli Taviani, Ermanno Olmi e molti altri.
Per la televisione, oltre alla serie Il Commissario Montalbano, Giulio Brogi aveva recitato in l’«Eneide» nel 1971, interpretando Enea in quella che fu la storica versione firmata da Franco Rossi. Moltissimi i grandi nomi del cinema che l’avevano voluto, dai fratelli Taviani, a Liliana Cavani, a Ermanno Olmi. Aveva recitato anche con il regista padovano Carlo Mazzacurati nel film «La lingua del Santo».
Giulio Brogi all’inizio degli anni Sessanta lasciò la sua Verona (dove poi tornò a vivere) per frequentare il Piccolo Teatro di Milano e gli Stabili di Genova, Trieste, Torino, interpretando i classici (Goldoni, Euripide, Shakespeare, Molière, Cechov, Schnitzler), per registi come Strehler, Squarzina, Zeffirelli, Trionfo, Missiroli, Carriglio. Una luna carriera in teatro, affiancata dalla grande attività anche al cinema e in televisione. Tra i film per il cinema, con i fratelli Taviani, da Sovversivi (1967) a San Michele aveva un gallo (1972), a Il prato (1979); del 1984 è in Viaggio a Citera, di Angelopulos.
E poi Il portaborse (1990) di Daniele Luchetti, Il segreto del bosco vecchio (1993) di Ermanno Olmi, Terra bruciata (1995) di Andres Pfaffli, Niente è come sembra (2007) di Franco Battiato. Nel 2009 Giulio Brogi ha vinto il premio Salvo Randone. E il 4 giugno 2015 il riconoscimento a cui lui affettivamente teneva di più, perchè rappresentava la stima della sua città: Verona gli ha dato la Medaglia della città.