Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Benetton, torna la voglia di sfilare «C’è entusiasmo»
Il patron rilancia alla Settimana della moda. Con lui la nipote Sabrina e i vertici di Edizione
MILANO Il colore, origine e baluardo, torna con vigore e ironia in forme contemporanee e giovani. Il marchio emerge in dimensioni gigantesche, stampato su borse e piumini, maglioni e cappotti, perché di quel nome vogliono essere orgogliosi. L’arcobaleno del nuovo direttore artistico di Benetton, lo stilista e designer JeanCharles de Castelbajac, coincide con una prima assoluta: una sfilata in apertura della Settimana della moda di Milano. L’esordio sulle passerelle più famose d’Italia è frutto di una strategia di rilancio spinta e voluta dal fondatore Luciano Benetton, il «nuovo corso espressivo» che riparte dal cuore, da quello che fu il business primigenio dell’impero di Ponzano. «Si è vista una piccola parte della collezione e dell’offerta, ma è un simbolo – ha commentato il «signor» Luciano a margine dell’evento -. Attraverso i colori, argomento a noi molto caro, rientra nel nostro gruppo l’entusiasmo, per coinvolgere e contaminare anche il pubblico, i social e i giovani».
Nelle prime file, accanto a Benetton e alla moglie, la figlia Rossella, la nipote Sabrina (figlia del fratello Gilberto) con il marito Ermanno Boffa, i manager di Edizione Fabio Cerchiai e Marco Patuano, ad avvallare il tentativo di rilancio con il ritorno in campo del fondatore, 15 mesi fa; e poi l’Ad di Autogrill Gianmario Tondato, il sempre fidato Oliviero Toscani, colleghi e amici imprenditori come Diego Della Valle, i signori della moda Capasa e Boselli, e volti della musica, dello spettacolo e del cinema da Gabriele Muccino a Simona Ventura e Francesca Michielin, oltre a influencer e blogger.
Non si dimenticano le radici, emerge dalla sfilata: il «signor» Luciano, oggi affidandosi a un incisivo rinnovamento, non ha mai smesso di credere nel suo progetto; e la presenza di una parte della famiglia assume un significato che va al di là del tappeto rosso. Il 2018 è stato un anno segnato da profondi lutti: la scomparsa dei fratelli Carlo e Gilberto, del marito di Giuliana, Fioravante Bertagnin. Hanno pesato sui due fratelli maggiori, che però non cedono. La parola «entusiasmo» ripetuta da Luciano è la sua sfida al mercato.
Castelbajac lo rimarca a più riprese, cominciando sempre dal celebre «polipetto» e dalla scritta bianca su sfondo verde: «Benetton è storia, deve valorizzare il proprio logo, sacralizzare la leggenda di una comunità fatta di lavoro, impegno e creatività. Con Luciano Benetton c’è un legame forte: abbiamo gli stessi geni del colore». Alla sorella Giuliana invece ha dedicato il capitolo dei tessuti e della maglieria, «una donna che ha creato la tecnologia del filo». La produzione, conferma il gruppo, rimane in Est Europa e Tunisia, la testa saldamente italiana, con le collezioni moda e le serie speciali nel segno del Made in Italy.
La sfilata inizia con un ricordo di Karl Lagerfeld, scomparso proprio ieri, pronunciato da Castelbajac: «Merci, Karl». Le luci si spengono e comincia lo spettacolo. La passerella è stata allestita attorno alle macchine dei laboratori di Castrette, per l’occasione trasferite in un locale dagli alti soffitti: a guidarle sono gli operai dello stabilimento trevigiano, diventati protagonisti di una scenografia che Castelbajac ha insistito per avere nella capitale della moda, alzando una «cattedrale dell’industria». La «Rainbow Machine» è un omaggio alla storia del gruppo di Ponzano, alla produzione industriale e all’innovazione, con una selezione di capi concettuali e colori primari, giallo, rosso, blu e verde.
Sfilano modelle e modelli di ogni origine e colore della pelle, «è la cultura della diversità» in un trionfo di pantoni in pieno stile Benetton, ma con il tocco eccentrico del nuovo direttore artistico. Ed è solo l’inizio, quello che Castelbajac definisce il suo «gesto artistico», prefazione coraggiosa e quasi provocatoria del tradizionale stile casual. Si mostra al pubblico una collezione ludica che colpisce il bersaglio, per stimolare l’immaginazione con un guardaroba energico, ma sempre accessibile nei costi: «La moda è democratica». Fra felpe e stivali imbottiti e dipinti da arcobaleni fa capolino qualche pezzo in tinte mimetiche, dal grigio al verde militare, che guarda non solo ai millenials ma anche al consumatore più adulto, con la rivelazione di tinte più morbide in un futuro non lontano: «Anche se avevo promesso mai Pastelbajac», scherza il direttore artistico. Applausi, brindisi e flash dei fotografi: la notte di Milano riaccende Benetton.
” Benetton Con i colori vogliamo contaminare giovani e social
Castelbajac Benetton deve valorizzare il logo e una comunità di creativi