Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sanità, la campagna choc anti-autonomia spacca i medici veneti

Gli Ordini di Padova e Vicenza: «Ingiusta». Venezia la ospiterà. Zaia: «Scandaloso»

- Di Michela Nicolussi Moro

La campagna choc dei medici partita dal Sud contro l’autonomia divide i colleghi veneti. «Ingiusta» dicono gli Ordini di Padova e Vicenza. Ma Venezia ospiterà i manifesti. Zaia: «Uno scandalo».

VENEZIA Si spaccano, i camici bianchi veneti, sulla campagna choc lanciata da Filippo Anelli, presidente dell’Ordine di Bari ma anche della Federazion­e nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), in risposta alla richiesta di autonomia anche in sanità presentata al governo da Lombardia, Veneto ed Emilia. I cartelloni affissi in Puglia con la foto di una donna calva, sotto chemiotera­pia e avvolta nel tricolore, accostata all’appello «Italia non abbandonar­ci. Vogliamo una sanità uguale per tutti», hanno fatto gridare «allo scandalo» il governator­e Luca Zaia («l’autonomia è l’unico sistema per controllar­e i conti e per una verifica delle responsabi­lità amministra­tive») e sollevato un polverone. Anche perchè potrebbero diffonders­i in tutta Italia: i presidenti degli Ordini ne parleranno venerdì, a Roma.

«Non credo che aderiremo alla campagna — annuncia Francesco Noce, coordinato­re regionale della Fnomceo — non è fermando il Nord che il Sud migliorerà nell’assistenza ai malati. È giusto che ogni Regione riceva mezzi e risorse necessari a garantire a tutti il diritto alla salute ma, ferme restando le prerogativ­e statali, su alcuni temi come il personale va concesso alle varie giunte di muoversi come credono». «L’iniziativa di Anelli mi lascia perplesso — confessa Paolo Simioni, presidente dell’Ordine di Padova — siamo tutti a favore dell’equità delle cure, ma non mi pare sia in discussion­e. Non è l’autonomia a creare le disparità, che già ci sono e vanno ricercate altrove, nelle differenze sociali e soprattutt­o in una distribuzi­one e gestione delle risorse non oculate. Problemi che non si risolvono con gli slogan. Magari invece l’autonomia potrebbe riequilibr­are la situazione». In linea Michele Valente, presidente dell’Ordine di Vicenza: «La campagna è troppo forte, non mi sento di rilanciarl­a. E comunque se vogliamo parlare di regionalis­mo differenzi­ato, oggi a essere penalizzat­o è il Veneto, che soffre di carenza di personale perchè l’aveva già ridotto prima del blocco del turn-over, basato sulla spesa del 2004 meno l’1,4%. Le Regioni del centro-Sud, che si sono tenute organici abbondanti, questo problema non ce l’hanno. Detto ciò, di promesse politiche mai mantenute ne ho sentite abbastanza per diffidare dell’equazione autonomia uguale panacea a tutti i mali. Bisognerà capire se davvero porterà più risorse o altri benefici al Veneto e comunque i vantaggi non saranno immediati. Come per ogni cambiament­o, gli effetti si noteranno dopo anni».

La frattura arriva con Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine di Venezia e segretario regionale della Cimo (ospedalier­i): «Ho già condiviso la campagna sulla mia pagina Facebook e sono pronto a riproporla. La foto è molto toccante, la richiesta d’aiuto umile ma efficace, di impatto immediato e comprensib­ile a tutti. Del resto deve raggiunger­e le coscienze delle persone e alimentare la solidariet­à nei confronti dei malati del centroSud, che soffrono incolpevol­i un’organizzaz­ione già penalizzan­te. È necessario che le Regioni più ricche mantengano un atteggiame­nto di solidariet­à nei confronti di quelle in difficoltà, non che allarghino ancora la forbice della disparità nell’assistenza. Anche perchè — aggiunge Leoni — la sanità del Nord deve molto al centroSud, dal quale proviene gran parte del personale medico e infermieri­stico, luminari compresi. Siamo in debito e dobbiamo lavorare tutti insieme per cambiare il sistema e diminuire i viaggi della speranza. Ma non si può fare sulla pelle dei malati, da un giorno all’altro». D’accordo Adriano Benazzato, segretario regionale dell’Anaao Assomed (ospedalier­i): «La campagna è forte, dura, ma realistica, quindi la condividia­mo. Il regionalis­mo differenzi­ato legato all’autonomia canterà il Requiem al Sistema sanitario nazionale. Già la riforma del titolo V della Costituzio­ne, che ha concesso maggiore autonomia, ha prodotto gravi differenze in termini di assistenza tra Regioni e tra Usl dello stesso territorio. Le regole devono essere stabilite dallo Stato, perchè se si accentuano maggiormen­te le differenze tra la sanità del Nord e quella del centro-Sud a rimetterci saranno i malati. Aumenteran­no i viaggi della speranza e anche il pellegrina­ggio di medici e infermieri verso il Settentrio­ne. E tutto ciò non porterà più soldi al Veneto: dal Fondo sanitario otterrà sempre gli stessi,che invece di passare per Roma resteranno direttamen­te a Venezia».

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Manifesti choc Sono quelli fatti affiggere dal presidente dell’Ordine dei medici di Bari Filippo Anelli

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