Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pfas, studio sui neonati «Provocano malformazioni»
Screening sui neonati nella zona rossa. E le gestanti rischiano diabete gravidico e pre-eclampsia
VENEZIA I Pfas non solo interferiscono con la fertilità ma possono anche provocare seri problemi alle donne in gravidanza e malformazioni al nascituro. La prima conferma era arrivata lo scorso novembre dallo studio condotto su 212 studenti veneti tra 18 e 20 anni dall’équipe di Andrologia e Medicina della riproduzione dell’Azienda ospedaliera di Padova, coordinata dal professor Carlo Foresta, e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism. La ricerca testimonia che l’organismo scambia i Pfas per ormoni, interferendo con l’azione delle ghiandole endocrine e causando malattie a breve e a lungo termine. Ora arriva lo studio del Registro Nascite regionale, che dallo screening su 20 mila donne nate tra il 2002 e il 1970 rileva nelle neo-mamme residenti nell’area rossa (analizzati 23 dei 30 Comuni contaminati da Pfas tra Vicenza, Verona e Padova) pre-eclampsia e diabete gravidico e nei loro bambini una condizione di sottopeso alla nascita, anomalie congenite al cuore e al sistema nervoso. Le signore analizzate sono state confrontate con altrettante provenienti dalla zona «azzurra», cioè non contaminata (50 Comuni).
In particolare, nell’area rossa il rischio di incappare nella pre-eclampsia è aumentato del 27% rispetto all’area azzurra. La possibilità di contrarre diabete gravidico è invece maggiore del 52%. Quanto ai neonati, nei Comuni contaminati da Pfas il 3,4% è in sottopeso, contro il 2,7% dei bimbi venuti alla luce nella zona di controllo e oggi il rischio relativo è maggiore del 29% nell’area rossa. Invece l’1,73% dei piccoli nati in tale ambito soffrono di difetti cardiaci congeniti (contro lo 0,84% riscontrato in area azzurra); lo 0,36% accusa infine malformazioni al sistema nervoso (rispetto allo 0,14% dei Comuni liberi da Pfas).
«Dall’analisi emergono indicazioni che suggeriscono la necessità di maggiori approfondimenti utili a consolidare i valori ottenuti — si legge nel dossier — incrociando i dati con altri flussi informativi oppure allungando il periodo di osservazione». Nel frattempo la Regione ha allargato lo screening sui residenti della zona rossa, inizialmente dedicato alla fascia 14-65 anni, ai bambini tra 8 e 10 anni. Sono stati invitati già 1.270 nati nel biennio 2008-2009 e 570 ragazzini nati nel 2003. Gli esiti degli esami saranno pubblicati nel prossimo report periodico.
Ieri intanto la commissione regionale Sanità ha approvato a maggioranza il riparto alle 9 Usl, alle due Aziende ospedaliere di Padova e Verona e all’Istituto oncologico veneto del Fondo sanitario 2019 e
2020, per un totale di circa 16 miliardi di euro sui 18 assegnati per il biennio al Veneto dallo Stato.
Sono stati conferiti all’Azienda Zero 616,4 milioni per ripianare i debiti delle 12 aziende sanitarie e per investimenti, altri 16 per le specificità territoriali alle Usl Dolomiti, Serenissima e Polesana e
6 all’Usl Pedemontana.