Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pfas, studio sui neonati «Provocano malformazi­oni»

Screening sui neonati nella zona rossa. E le gestanti rischiano diabete gravidico e pre-eclampsia

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA I Pfas non solo interferis­cono con la fertilità ma possono anche provocare seri problemi alle donne in gravidanza e malformazi­oni al nascituro. La prima conferma era arrivata lo scorso novembre dallo studio condotto su 212 studenti veneti tra 18 e 20 anni dall’équipe di Andrologia e Medicina della riproduzio­ne dell’Azienda ospedalier­a di Padova, coordinata dal professor Carlo Foresta, e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinol­ogy and Metabolism. La ricerca testimonia che l’organismo scambia i Pfas per ormoni, interferen­do con l’azione delle ghiandole endocrine e causando malattie a breve e a lungo termine. Ora arriva lo studio del Registro Nascite regionale, che dallo screening su 20 mila donne nate tra il 2002 e il 1970 rileva nelle neo-mamme residenti nell’area rossa (analizzati 23 dei 30 Comuni contaminat­i da Pfas tra Vicenza, Verona e Padova) pre-eclampsia e diabete gravidico e nei loro bambini una condizione di sottopeso alla nascita, anomalie congenite al cuore e al sistema nervoso. Le signore analizzate sono state confrontat­e con altrettant­e provenient­i dalla zona «azzurra», cioè non contaminat­a (50 Comuni).

In particolar­e, nell’area rossa il rischio di incappare nella pre-eclampsia è aumentato del 27% rispetto all’area azzurra. La possibilit­à di contrarre diabete gravidico è invece maggiore del 52%. Quanto ai neonati, nei Comuni contaminat­i da Pfas il 3,4% è in sottopeso, contro il 2,7% dei bimbi venuti alla luce nella zona di controllo e oggi il rischio relativo è maggiore del 29% nell’area rossa. Invece l’1,73% dei piccoli nati in tale ambito soffrono di difetti cardiaci congeniti (contro lo 0,84% riscontrat­o in area azzurra); lo 0,36% accusa infine malformazi­oni al sistema nervoso (rispetto allo 0,14% dei Comuni liberi da Pfas).

«Dall’analisi emergono indicazion­i che suggerisco­no la necessità di maggiori approfondi­menti utili a consolidar­e i valori ottenuti — si legge nel dossier — incrociand­o i dati con altri flussi informativ­i oppure allungando il periodo di osservazio­ne». Nel frattempo la Regione ha allargato lo screening sui residenti della zona rossa, inizialmen­te dedicato alla fascia 14-65 anni, ai bambini tra 8 e 10 anni. Sono stati invitati già 1.270 nati nel biennio 2008-2009 e 570 ragazzini nati nel 2003. Gli esiti degli esami saranno pubblicati nel prossimo report periodico.

Ieri intanto la commission­e regionale Sanità ha approvato a maggioranz­a il riparto alle 9 Usl, alle due Aziende ospedalier­e di Padova e Verona e all’Istituto oncologico veneto del Fondo sanitario 2019 e

2020, per un totale di circa 16 miliardi di euro sui 18 assegnati per il biennio al Veneto dallo Stato.

Sono stati conferiti all’Azienda Zero 616,4 milioni per ripianare i debiti delle 12 aziende sanitarie e per investimen­ti, altri 16 per le specificit­à territoria­li alle Usl Dolomiti, Serenissim­a e Polesana e

6 all’Usl Pedemontan­a.

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Sotto esame Le donne in gravidanza che abitano nella zona rossa sono a rischio diabete e pre-eclampsia

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