Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il mondo di Amélie Nothomb
Arriva martedì a Padova alla LibrOsteria la scrittrice belga venerata dai fan
Un padre che tratta la figlia, fin da piccola, con indifferenza, crudeltà, odio. Una donna che non riesce a spiegarsi perchè un uomo affascinante e carismatico abbia sposato proprio lei. Un segreto che condiziona la vita di tre persone e marchia per sempre la piccola Epicène, cresciuta «non vista» da quel padre anafettivo. Si snoda attorno a questa trama il nuovo romanzo di Amélie Nothomb I nomi epiceni (Voland). Un racconto feroce, dallo stile affilato e coinvolgente con cui Nothomb cesella ogni suo libro, scavando nelle relazioni e nella psicologia dei personaggi. Così è anche per I nomi epiceni, titolo che indica i nomi «misti», quelli che vanno bene sia al maschile che al femminile.
La scrittrice belga, autrice da record, che ha venduto circa 20 milioni di libri nel mondo, immagine iconica che veste sempre di nero e adora i cappelli stravaganti, arriva martedì a Padova, alla LibrOsteria di via Savonarola (ore 21). Tappa da lei scelta personalmente nel suo tour mondiale, per l’amicizia con Marianna Bonelli, padovana, ideatrice e titolare di LibrOsteria. Per l’ incontro con Amélie Nothomb a Padova, fioccano già prenotazioni da tutt’Italia, tanto che LibrOsteria avverte: l’ingresso martedì sarà fino a esaurimento posti.
Amélie perchè si è interessata ai nomi epiceni, che indicano sia il genere femminile che maschile. Com’è nata l’idea di inserirli in un romanzo?
«Mi sono sempre domandata che effetto avesse portare un nome epiceno. Ho sempre constatato che chi mi scriveva e portava un nome del genere aveva la tendenza a praticare l’ambiguità»
La scelta di utilizzare il genere neutro per i protagonisti del romanzo, ha un significato preciso?
«Qui si tratta di una ragazza che non è amata da suo padre. Sembra che le ragazze che non ricevono amore paterno abbiano maggiori difficoltà a identificarsi come donne»
La relazione con un padre anaffettivo condiziona la vita di Epicene, così come nel suo precedente romanzo la mancanza di amore di una madre aveva determinato la vita di Diane. L’immersione in famiglie disfunzionali l’affascina?
«Assolutamente. E’ uno dei temi della tragedia greca: la mostruosità della famiglia»
Questo interesse per le dinamiche famigliari nasce più dall’osservazione delle vite degli altri o della sua?
«Direi piuttosto dall’osservazione delle famiglie altrui»
Le figlie di genitori crudeli però, nei suoi romanzi, si rivelano persone geniali. Infanzie terribili creano individui straordinari?
«Succede spesso così. E’ quello che chiamiamo resilienza: l’infelicità vissuta nell’infanzia può essere un trampolino straordinario».
Una delle chiavi di questo libro è nel verbo inglese «to crave» (anelare, struggersi). Pensa sia un verbo che governa le vite di tutti?
«In ogni caso questo verbo governa la mia vita. I am a craving person (testuale) Sono una persona smaniosa».
Come valuta il ruolo della donna oggi e le rivendicazioni sul divario di genere in ogni campo, dal lavoro, agli stipendi?
«Sono sicura di una cosa: essere una donna sarà sempre più difficile che essere un uomo, e dunque molto più interessante!» Nella scrittura, nell’editoria, le donne sono penalizzate?
«Anche in questo campo bisogna sempre giustificarsi. Per esempio a me viene sempre chiesto perchè non ho figli»
A suo parere sono cambiati oggi gli equilibri di potere all’interno delle relazioni tra uomini e donne?
«Non ho altre esperienze che non siano la mia, ma ho potuto osservare che i padri di oggi intervengono molto di più nell’educazione dei figli. E’ un cambiamento»
Lei è brava a cucinare, come racconta un bellissimo libro di ricette scritto da sua sorella Juliette. Che ha descritto la sua passione per il Mont Blanc, la salsa la cioccolato, la mousse al cassis, le tagliatelle di zucchine… c’è una ricetta italiana che l’ha conquistata?
«La mia ricetta italiana preferita è la pasta con i ricci di mare. Sì, dovrei scrivere qualcosa sul tema».
C’è una scrittrice determinante nella sua formazione?
«Marguerite Yourcenar. Perchè mi ha dato prova che una donna può essere magnifica a quel livello fino alla propria morte»
C’è qualche scrittore o scrittrice italiana che le piace?
«Elsa Morante per La storia: sconvolgente»
Nell’abisso delle relazioni
Famiglie terribili creano spesso individui geniali. Si chiama resilienza: l’infelicità vissuta nell’infanzia può essere un trampolino straordinario verso l’età adulta