Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il sindaco di Casal di Principe «Sono venuti da voi perché hanno trovato complicità»

- Antonio Scolamiero

VENEZIA Sindaco Natale, allora i casalesi… «Si fermi (dice con tono cortese, ma perentorio). Quelli non sono casalesi. Quelli veri siamo noi: gli abitanti onesti e perbene di Casal di Principe». Ci tiene tanto a questa definizion­e Renato Natale, vice presidente nazionale di Avviso pubblico (l’associazio­ne di enti locali contro le mafie) ma soprattutt­o primo cittadino di Casal di Principe, tristement­e noto per aver dato l’appellativ­o ad una delle organizzaz­ioni più pericolose e ramificate sul territorio nazionale. Fa il medico nella vita, Natale. E continua a farlo, con dedizione e passione. Con la stessa passione è sindaco di quel Comune da sempre associato a Gomorra. Ci provò per la prima volta nel 1994 a diventare primo cittadino, e ci riuscì pure. Ma i boss dell’epoca lo fecero cadere. Nel 2014 riesce ad essere eletto. È la data che segna la rinascita della Casale perbene. Sindaco, e allora chi sono i veri casalesi?

«Gliel’ho detto, le persone perbene che hanno intrapreso un percorso di rinascita e di liberazion­e».

Il «mostro» è arrivato fino in Veneto, un territorio considerat­o immune?

«Se è arrivato vuol dire una sola cosa: ha trovato terreno fertile per il suo malaffare e soprattutt­o persone del luogo che avevano tutto interesse a che questo accadesse. Le mafie vanno dove ci sono i soldi». E il Veneto è una regione molto sviluppata…

«Esatto. Non per niente è considerat­o il motore economico della Nazione. E c’è altro». Cosa?

«Negli anni ’70 la mafia del Brenta, composta da soli veneti aveva contatti con la camorra».

” Natale La Mala del Brenta aveva già legami con la camorra nel ‘70

Che intende dire?

«Che la presenza della camorra in Veneto è qualcosa di risalente nel tempo. Non viene a galla solo ora. Se si pensa che queste cose non possano accadere in casa propria, si sbaglia, e tanto». Un fenomeno sottovalut­ato?

«Penso proprio di si, purtroppo. Alcuni esponenti politici che oggi ricoprono ruoli nazionali dicevano che non esistevano le organizzaz­ioni criminali sul loro territorio. Una percezione che invece favorisce ancora di più la penetrazio­ne delle cosche».

Altro luogo comune: la presenza sul territorio di boss e camorristi trasferiti­sti.

«Bisogna evitare di pensare che sia un fenomeno portato da persone non del luogo. Se le mafie trovano terreno fertile vuol dire che hanno trovato complicità locali importanti. Persone che si fanno ammaliare dai guadagni facili». Cosa fare per evitare altre inchieste?

« Costruire degli anticorpi forti partendo dalla formazione, cercando di far capire alle persone che si parte con il piccolo piacere, con la cortesia, con l’affare e poi si arriva alla politica e al malaffare. Dopo non c’è più via di uscita».

Sindaco Natale, che contributo potrebbe dare ai colleghi veneti?

«I veneti però devono fare un’analisi profonda delle realtà in cui vivono, conoscere meglio queste dinamiche aiuta a combatterl­e e scacciarle. Sono disposto a raccontare la mia esperienza di amministra­tore locale che ha elaborato una strategia di difesa efficace. Sono pronto a dire ai colleghi veneti come si fa. Lo ripeto: la sottovalut­azione e la negazione del problema alla lunga diventano complicità».

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Campania Le forze dell’ordine schierate a presidio di Casal di Principe
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