Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
PACE CONTRO I VIOLENTI
C arissimi,
celebrare la Pasqua è il dono grande di questi giorni: è l’evento che ha cambiato la storia e chiede d’essere riconosciuto, accolto e vissuto personalmente e comunitariamente; è la meta verso cui è incamminata la storia della salvezza. Il sepolcro vuoto di Gesù risplende, come segno che Dio è più forte del peccato e della morte.
Il giorno della risurrezione diventa la prima domenica della storia, in attesa solo della domenica senza tramonto quando, nel suo Cristo, «Dio sarà tutto in tutti». (...) La logica della Pasqua è «vincere soccombendo», perché Gesù vince innalzato sulla croce. E ciò trasfigura le scelte, i pensieri, gli atteggiamenti e le azioni di ogni giorno. Se crediamo in Cristo risorto, dobbiamo operare come discepoli e testimoni della risurrezione in ogni ambito di vita. Questo, per noi, cosa comporta? Vivere la Pasqua nel quotidiano chiede d’essere, innanzitutto, persone di speranza e di coraggio, capaci di vincere la paura e le insicurezze. Come fece Giuseppe d’Arimatea, che andò da Pilato per chiedere il corpo di Gesù e offrirgli degna sepoltura mentre i discepoli erano fuggiti. Il dono dello Spirito Santo diventerà riscatto e liberazione dalla paura e renderà i discepoli liberi di annunciare il Vangelo con amore e verità. (...) Credere alla risurrezione di Gesù significa far sì che l’ultima parola non sia affidata agli uomini — alle loro menzogne e ingiustizie — ma all’Amore e alla Verità che vengono dall’alto: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra». Noi viviamo immersi nelle contraddizioni di un’umanità «già» redenta ma «non ancora» giunta alla piena salvezza, un’umanità alla ricerca di se stessa e che comunque, sia pure lentamente, si accorge come con le sue sole forze non possa venire a capo di questioni fondamentali come verità e giustizia e bene comune. Lo dimostrano anche alcuni fatti che hanno riguardato direttamente il nostro territorio e che, forse, non si pensava potessero accadere e verificarsi tra noi con tale intensità e persistenza; mi riferisco, in particolare, a vicende e situazioni che hanno scoperchiato la presenza di un potere di tipo mafioso incline alla sopraffazione e alla violenza per raggiungere i propri interessi e diffuso al punto da potersi (o volersi) sostituire ai poteri legittimamente costituiti.
Se il Maligno agisce, di solito, intimorendo e intimidendo, guardiamo allora in questa Pasqua ai tanti testimoni fedeli che, dai primi tempi della Chiesa fino ad oggi, con coraggio hanno saputo vincere la paura per dire e fare ciò che era ed è opportuno dire e fare per il bene di tutti, instaurando relazioni nuove e pacificate tra le persone, nella comunità dei credenti e nella società civile. «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con attimi di sincerità e di verità». Con l’aiuto di Maria Santissima impegniamoci a far lievitare gli ambienti dove viviamo e operiamo!
Auguro a tutti una Santa Pasqua: Gesù è veramente risorto, alleluia!