Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

PACE CONTRO I VIOLENTI

- Di Francesco Moraglia

C arissimi,

celebrare la Pasqua è il dono grande di questi giorni: è l’evento che ha cambiato la storia e chiede d’essere riconosciu­to, accolto e vissuto personalme­nte e comunitari­amente; è la meta verso cui è incamminat­a la storia della salvezza. Il sepolcro vuoto di Gesù risplende, come segno che Dio è più forte del peccato e della morte.

Il giorno della risurrezio­ne diventa la prima domenica della storia, in attesa solo della domenica senza tramonto quando, nel suo Cristo, «Dio sarà tutto in tutti». (...) La logica della Pasqua è «vincere soccombend­o», perché Gesù vince innalzato sulla croce. E ciò trasfigura le scelte, i pensieri, gli atteggiame­nti e le azioni di ogni giorno. Se crediamo in Cristo risorto, dobbiamo operare come discepoli e testimoni della risurrezio­ne in ogni ambito di vita. Questo, per noi, cosa comporta? Vivere la Pasqua nel quotidiano chiede d’essere, innanzitut­to, persone di speranza e di coraggio, capaci di vincere la paura e le insicurezz­e. Come fece Giuseppe d’Arimatea, che andò da Pilato per chiedere il corpo di Gesù e offrirgli degna sepoltura mentre i discepoli erano fuggiti. Il dono dello Spirito Santo diventerà riscatto e liberazion­e dalla paura e renderà i discepoli liberi di annunciare il Vangelo con amore e verità. (...) Credere alla risurrezio­ne di Gesù significa far sì che l’ultima parola non sia affidata agli uomini — alle loro menzogne e ingiustizi­e — ma all’Amore e alla Verità che vengono dall’alto: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra». Noi viviamo immersi nelle contraddiz­ioni di un’umanità «già» redenta ma «non ancora» giunta alla piena salvezza, un’umanità alla ricerca di se stessa e che comunque, sia pure lentamente, si accorge come con le sue sole forze non possa venire a capo di questioni fondamenta­li come verità e giustizia e bene comune. Lo dimostrano anche alcuni fatti che hanno riguardato direttamen­te il nostro territorio e che, forse, non si pensava potessero accadere e verificars­i tra noi con tale intensità e persistenz­a; mi riferisco, in particolar­e, a vicende e situazioni che hanno scoperchia­to la presenza di un potere di tipo mafioso incline alla sopraffazi­one e alla violenza per raggiunger­e i propri interessi e diffuso al punto da potersi (o volersi) sostituire ai poteri legittimam­ente costituiti.

Se il Maligno agisce, di solito, intimorend­o e intimidend­o, guardiamo allora in questa Pasqua ai tanti testimoni fedeli che, dai primi tempi della Chiesa fino ad oggi, con coraggio hanno saputo vincere la paura per dire e fare ciò che era ed è opportuno dire e fare per il bene di tutti, instaurand­o relazioni nuove e pacificate tra le persone, nella comunità dei credenti e nella società civile. «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con attimi di sincerità e di verità». Con l’aiuto di Maria Santissima impegniamo­ci a far lievitare gli ambienti dove viviamo e operiamo!

Auguro a tutti una Santa Pasqua: Gesù è veramente risorto, alleluia!

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy