Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’AUMENTO DELL’IVA A NORDEST
Finita ormai l’età delle certezze, ci troviamo di fronte alle conseguenze inintenzionali di un’altra tra le tante emergenze seriali che affliggono il Paese. Nel Nordest, il temuto aumento dell’Iva minaccia non solo il ceto medio che volge verso il basso, ma anche l’imprenditoria in via di trasformazione sotto la spinta esercitata dalla rivoluzione tecnologica in corso. Eccesso di burocrazia e tasse, rendite, sussidi e numerosi altri pesi morti frenano la crescita economica e lo sviluppo sociale. C’è ora il pericolo del salto in alto dell’Iva che provocherebbe spostamenti della domanda e dell’offerta tali che le perdite subite dalla comunità finirebbero col superare i guadagni per le casse statali risultanti dall’incremento dell’imposta. Se sul produttore grava un maggior carico fiscale per ogni unità del bene o del servizio che vende, è probabile che il nuovo prezzo sarà più elevato e il suo onere graverà sul consumatore finale. C’è di più. La perdita derivante da quel rialzo tende a gonfiarsi nel tempo, moltiplicandosi il numero dei consumatori dissuasi dal fare acquisti. Alla contrazione degli scambi seguono sottoutilizzo delle risorse, inefficienze e sprechi di varia natura. In definitiva, quel peso morto affossa il benessere individuale e comunitario. Alla caduta drastica seguirebbe una ripresa lenta e graduale, sempre che il governo attuasse una politica volta a compensare l’effetto negativo dell’aliquota cresciuta.