Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’eredità milionaria di papà arriva a 70 anni dalla morte

Venezia, 84enne vuole i beni del padre deceduto nel ’48. La Cassazione gli dà ragione

- Priante

VENEZIA La Corte di cassazione ha dato ragione a un 84enne veneziano che pre- tende l’eredità del padre biologico, morto nel 1948 senza mai averlo riconosciu­to. La salma dell’uomo, deceduto a Padova, è stata riesumata e il Dna ha confermato il legame parentale.

A 71 anni di distanza dalla morte di suo padre, una sentenza della Cassazione gli spiana la strada al riconoscim­ento dell’eredità.

La storia di Angelo Lizier, veneziano di 84 anni, ha dell’incredibil­e. Nacque dalla relazione tra un ricco spedizioni­ere del Padovano, Nicolò Salmini, classe 1894, e Maria Lizier, un’impiegata del catasto. «Si conobbero in spiaggia», ricorda l’anziano che, però, non ha mai potuto chiamare quell’uomo «papà».

«Salmini - si legge nella sentenza pubblicata martedì - morì a Padova il 6 marzo 1948, scapolo e senza prole legittima». Il commercian­te non solo si era sempre rifiutato di riconoscer­e il figlio (pur pagando le spese della levatrice e contribuen­do, per un po’, al suo mantenimen­to) ma proprio per quel bimbo finì al centro di uno scandalo giudiziari­o in piena Italia fascista: nel 1939 Salmini fu processato per aver tentato di costringer­e l’amante ad abortire. L’accusa era di istigazion­e a interrompe­re la gravidanza, ma se la cavò con una assoluzion­e «per la sola ragione - ha ricostruit­o la Cassazione - che il giudice ritenne inidoneo il mezzo con il quale aveva sollecitat­o Maria Lizier all’aborto».

L’avvocato Enrico Cornelio, che ha seguito la lunga causa ereditaria, racconta che «nella sua condizione di figlio illegittim­o, il mio cliente fu costretto a crescere senza un padre e in estrema povertà».

Morto nell’immediato Dopoguerra, il ricco spedizioni­ere nominò infatti come sua unica erede la sorella, lasciandol­e diversi appartamen­ti in centro storico a Venezia che oggi, con i prezzi raggiunti dal mercato immobiliar­e, potrebbero valere milioni di euro.

Da allora iniziò la battaglia di Maria Lizier (scomparsa nel 1993) e del figlio per veder riconosciu­ta la paternità.

«Finalmente nel 2009 è stata riesumata la salma di Nicolò Salmini - racconta il legale - e il test del Dna ha confermato che, senza alcun dubbio, è il padre biologico del mio cliente». Nel frattempo era partita anche la causa per dichiarare Angelo Lizier erede legittimo del genitore. Nel 2016 la prima vittoria in aula: il tribunale di Venezia revoca il testamento col quale il commercian­te lasciava alla sorella tutti i beni (oggi nelle mani dei nipoti) e nomina «Angelo Lizier quale unico erede legittimo».

Fatta giustizia? Macché. Nel 2018 la doccia fredda: la Corte d’appello di Venezia annulla la decisione sostenendo che, quando Salmini si trovava in punto di morte, sapeva perfettame­nte di avere un figlio e quindi scelse consapevol­mente di non dichiararl­o suo erede.

L’ultima parola, però, l’ha messa la Cassazione che ora ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Cornelio, cassando la precedente sentenza e rinviando tutto al tribunale di secondo grado, che (salvo improbabil­i colpi di scena) dovrà quindi attribuire all’ormai 84enne Angelo i beni che furono del suo padre biologico. La revocazion­e del testamento «per sopravveni­enza di figli - scrive infatti la Suprema corte - ha un fondamento oggettivo, riconducib­ile alla modificazi­one della situazione familiare rispetto a quella esistente al momento in cui il defunto ha disposto dei suoi beni». Una «modifica» che non si manifesta «solo quando il testatore riconosca un figlio ma anche quando venga esperita nei suoi confronti l’azione di accertamen­to della filiazione». È il caso di Lizier , che così, a oltre 70 anni dalla morte del genitore, ha vinto la sua battaglia. «Certo che sono soddisfatt­o - si limita a commentare l’anziano ho sempre saputo che lui era mio padre».

In qualche modo questa sentenza gli permette di chiudere i conti con un doloroso passato: quand’era un bambino non ha potuto avere l’amore di quell’uomo. Ora, almeno, avrà i suoi appartamen­ti.

Nicolò Salmini morì 71 anni fa senza aver mai riconosciu­to quel figlio avuto da un’impiegata Per il tribunale Lizier è «unico erede». Sentenza annullata in Appello. Ora la Cassazione

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