Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Troppo freddo per le api Miele d’acacia azzerato

- Carlo Cecino

TREVISO Troppo freddo per le api del Montello: miele d’acacia azzerato.

TREVISO Circa un secolo fa ad Albert Einstein veniva attribuita - forse erroneamen­te - la frase: «Quando l’ape scomparirà, l’uomo non avrà più di quattro anni da vivere». Non si è arrivati a quei livelli ma per gli apicoltori del Montello, che producono centinaia di tonnellate di miele ogni anno, è un periodo da dimenticar­e. Infatti, a causa delle persistent­i piogge e del freddo che hanno caratteriz­zato le settimane di maggio - solitament­e le migliori per la fioritura delle acacie - le api non hanno raccolto il nettare necessario dai fiori e da portare negli alveari, e così per il 2019 la produzione del miele d’acacia sui rilievi del Montello è praticamen­te azzerata. «È un disastro, tutta la stagione delle acacie è da buttare. L’annata era partita bene, con gli alveari in perfette condizioni. Ma a partire da Pasqua è cambiato tutto, con i continui rovesci d’acqua che non hanno permesso alle api di compiere il loro lavoro di bottinatri­ci, cioè di attingere dall’esterno dell’alveare tutto il necessario per la sopravvive­nza delle colonie: polline, nettare e propoli. E il poco miele che sono riuscite a produrre lo mangiano loro» spiega Francesco Bortot, della sezione apicoltori di Confagrico­ltura Treviso. Ma a risentirne non sono solo le api, bensì anche le centinaia di apicoltori stanziali del Montello, che hanno visto andare in fumo circa 400 tonnellate di miele. Gli altri apicoltori invece, che si muovono in base alle stagioni di fioritura degli alberi, si sposterann­o a giugno nella Pedemontan­a per il castagno e nel Bellunese per il tiglio, confidando in un tempo migliore per l’impollinaz­ione e lo sviluppo dei loro alveari. Tentando poi di recuperare, seppur parzialmen­te, le tonnellate perse dalla produzione dei circa 20.000 alveari, abitati da 50.000 api operaie ciascuno, che quasi sempre si allevano sul Montello in due settimane di fioritura.

«Si parla di danni economici di qualche milione di euro per colpa del maltempo» è costretto ad ammettere Renato Bastasin, il direttore di Confagrico­ltura Treviso.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy