Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

INSEGUIRE L’ARTISTA NEL LABIRINTO DI SPECCHI

- Di Alessandro Zangrando

Inseguire Banksy significa perdersi in un labirinto di specchi...

Inseguire Banksy significa perdersi in un labirinto di specchi che custodisce la verità ma dissolve il centro, cioè l’identità dell’artista. «È stato avvistato Banksy!». Ma chi è Banksy? Una leggenda metropolit­ana lo associa a Robert Del Naja, enigmatico fondatore dei Massive Attack, la band inglese dai beat ipnotici. Più probabilme­nte è sempliceme­nte un collettivo, forse i Massive Attack stessi, forse un gruppo i cui componenti sono mobili, da iscriversi alle singole azioni per poi sciogliers­i. Il bello dei misteri, si sa, è collegare tracce. Eccone qualcuna. I Massive Attack si sono esibiti a Padova lo scorso 9 febbraio. Nei giorni della vernice della Biennale, Marghera ha ospitato Pow Wow, raduno di writer e graffitist­i da tutto il mondo. Protagonis­ta

locale la celebre crew padovana Ead: Peeta, Joys, Made, Yama, Orion, Boogie, Dado, fra gli altri. Tag celebrati in tutto il mondo che nascondono i veri nomi. Negli stessi giorni si esibisce anche Ache77, writer dallo stile e dai temi molto simile a Banksy (immigrati e conflitti). Compare il famoso disegno a stencil sul canale veneziano. In laguna spuntano sui muri topini e panda con le pistole (classici soggetti banksiani), ma sono indizi che valgono poco, dal momento che stencil si possono acquistare on line con pochi euro. Chiunque si può trasformar­e in artista in pochi minuti. Banksy è venuto a Venezia? C’era qualcuno del collettivo? Si è visto con gli amici padovani oppure ha chiesto loro un aiuto per firmare l’azione artistica pubblicata su Instagram? Chissà. Ma forse tutto questo conta poco. Merita di più constatare invece lo spostament­o dell’impegno da parte del writer di Bristol. Non solo migrazioni, non solo guerre: il raggio dell’impegno si allarga alle grandi navi, dopo il famoso quadro sulla Brexit. Non solo graffiti ma azioni, quasi dada, travestito in piazza San Marco, cacciato velocement­e, da «abusivo» dell’arte quale è sempre stato. Così Banksy non ha creato un gioco, ma un sofisticat­o viaggio nel labirinto della conoscenza. Dove la verità si raggiunge surfando in un percorso che scansa fake news e post verità.

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La satira contro la Brexit La penultima opera di Banksy risalente al marzo scorso apparsa sul suo account Instagram

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