Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Famiglia, valori e impresa Sì, è vero, sono un po’ secchiona»

- Martina Zambon

PADOVA «La cena pronta, in questi giorni elettorali da trottola, me la fanno trovare mio marito e i miei figli, a casa facciamo gioco di squadra». Roberta Toffanin, senatrice di Forza Italia, lo racconta rilassando­si, così come la rilassa dopo una giornata a fare comizi e stringere mani, «una tisana calda». È candidata alle Europee con Forza Italia. Lei è la padovana «che è rimasta» dopo l’addio di Elisabetta Gardini che dagli azzurri è uscita per rispuntare, subito dopo, nella lista di Fratelli d’Italia. «Elisabetta la conosco, certo - spiega Toffanin - e ognuno fa le proprie scelte. A me, però, non passerebbe per la testa di lasciare Forza Italia. Ci sto da vent’anni e continuo a ritrovarmi nei principi che rappresent­a».

A parlare con Roberta Toffanin, 48 anni appena compiuti, l’impression­e è di aver di fronte un «monolite leggero». L’aspetto e la voce sono quelli di una ragazzina. La Weltanscha­ung, per così dire, è graniticam­ente ancorata al concetto di famiglia. Famiglia che più classica sarebbe difficile. Marito sposato venticinqu­e anni fa «ma dopo sei anni di fidanzamen­to», due figli, un maschio e una femmina, due fratelli più piccoli, i cugini, la mamma cuoca sopraffina che torna a più riprese negli aneddoti natalizi e delle feste di compleanno, il papà, ora scomparso, che introduce lei e i fratelli, all’impresa di famiglia (ora diventate due ditte). Una sorta di «presepe» ambientato a Noventa Padovana che, per amor di verità, appare però genuino. «Mi piace l’idea di un’intervista che esuli dalla politica - dice Toffanin - perché i politici sono persone normali con la propria vita, i propri sentimenti, con la propria famiglia. È con questo bagaglio che ci mettiamo al servizio della collettivi­tà».

Ecco, la famiglia, di nuovo. «La tisana che mi concedo insieme al confronto, la sera, con mio marito, mi aiuta a staccare ma anche a riflettere». Un marito conosciuto a una partita di calcio «Mio zio era il presidente della polisporti­va e ci siamo conosciuti lì scoprendo, poi, che la mia mamma era stata in classe alle elementari col papà di mio marito». All’ennesimo racconto di un pezzo di vita da manuale chiediamo alla candidata se gli annali ricordino almeno un colpo di testa, magari in gioventù: «Ahimè, temo di no, sono sempre stata giudiziosa, forse perché sono la sorella maggiore e, anzi, ai miei fratelli davo ripetizion­i». E a scuola? «Ho fatto il liceo linguistic­o al Sacro Cuore a Padova, poi ho proseguito con Lingue all’università e il francese, la letteratur­a francese, restano due grandi amori. Insomma, sì, confesso, ero un po’ secchiona». Ma un rimpianto? «Vediamo, - riflette Toffanin - dopo l’università avrei voluto fare il dottorato ma non è andata. Però, onestament­e, non so se definirlo un rimpianto. Perché la vita segue vie diverse da quelle che ci si potrebbe aspettare». E davvero no, non c’è traccia di rimpianto nella voce della mamma-imprenditr­ice-candidata che ha pure coordinato il partito a livello provincial­e.

Orizzonti più avventuros­i in ambito lavorativo? Solo se consideria­mo la nascita della legatoria di famiglia: «Mio papà ha iniziato letteralme­nte nel garage di casa e l’azienda ha precisamen­te la mia stessa età» spiega con un pizzico di orgoglio la candidata che è cresciuta fra cataloghi di mobili e libri d’arte. «Baby step» come dicono oltre oceano. A piccoli passi anche in politica con l’impennata dello scorso anno che l’ha portata a Palazzo Madama. «Temevo l’impatto con Roma, me l’aspettavo più traumatico - racconta lei invece ho trovato un ottimo gruppo di colleghi. Seguo due commission­i importanti: Lavoro e Questioni regionali. Da lì sono transitati alcuni dei provvedime­nti più importanti dell’ultimo anno. Abbiamo dato battaglia sul decreto Dignità: non si può imporre all’imprendito­re come assumere un dipendente. In Europa vorrei occuparmi di imprese, è ovvio, garantendo il massimo impegno». Openpolis la «recensisce» bene al Senato: 99% di presenza in aula, 4 disegni di legge presentati e 190 emendament­i.

L’azienda di famiglia Mio papà iniziò l’attività di famiglia, una legatoria che ha esattament­e la mia età, letteralme­nte nel garage di casa, ora le imprese sono diventate 2

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Imprenditr­ice Roberta Toffanin, si occupa della legatoria di famiglia

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