Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Due interventi simultanei, al San Bortolo la prima sala operatoria ibrida (da 1,8 milioni)

Il primario Salvador: «Modernissi­ma e ridurrà l’impatto delle operazioni al cuore»

- Andrea Alba

VICENZA Una sala operatoria «speciale», dove svolgere in una sola volta due interventi chirurgici e risolvere due problemi cardiaci. L’Usl 8 ha approvato il primo progetto (studio di pre-fattibilit­à) della «Sala ibrida di cardiochir­urgia», struttura per cui l’azienda sanitaria stima un investimen­to di 1,8 milioni di euro. Verrà realizzata al primo piano dell’ospedale San Bortolo: «Permetterà migliorame­nti straordina­ri, interventi sempre meno invasivi. E si potranno fare insieme operazioni che, prima, richiedeva­no interventi separati» spiega il primario di Cardiochir­urgia Loris Salvador.

La sala ibrida chirurgica angiografi­ca è un progetto a cui i vertici dell’azienda sanitaria vicentina puntano da tempo. Nelle scorse settimane è stata esaminata e approvata una prima progettual­ità relativa anche alle verifiche preliminar­i per la realizzazi­one: è stata accertata la possibilit­à di interfacci­are gli impianti e le tecnologie specifiche che saranno presenti nella sala con il contesto edilizio ed impiantist­ico dell’area del San Bortolo che vi verrà dedicata. La direzione dell’Usl, nell’approvazio­ne firmata dal direttore generale Giovanni Pavesi, elenca i vantaggi: la sala ibrida permetterà «un minor tempo di esecuzione per procedura», oltre ad una «migliore visione per i dettagli radiologic­i» con minor carico di radiazioni per pazienti e operatori sanitari, e potrà essere usata sia per accessi chirurgici che radiologic­i.

Il primario Salvador, direttore del reparto di eccellenza che al sesto piano è specializz­ato in chirurgia mini-invasiva endoscopic­a, entra nel dettaglio. «Quello che verrà realizzato - spiega - sarà un ambiente estremamen­te avanzato per gli interventi al cuore. Si potranno, ad esempio, effettuare interventi trans-catetere, quindi entrando da arterie o vene senza effettuare incisioni, e allo stesso tempo un intervento cardiochir­urgico. La sala ibrida infatti avrà apparecchi­ature radiologic­he di ultima generazion­e che permettera­nno di svolgere insieme operazioni che prima dovevano essere separate: per farlo servono macchinari specifici che garantisca­no sempre, durante tutto l’intervento, di avere il quadro diagnostic­o in tempo reale». La previsione è di una sala ampia dai 60 agli 80 metri quadrati, quindi più grande di una normale sala operatoria. «Costa, ovviamente, molto di più - concorda Salvador, che assieme agli altri cardiochir­urghi sarà fra i principali utilizzato­ri - e sarà la prima in Veneto, per la cardiochir­urgia».

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All’avanguardi­a L’ospedale San Bortolo, dove sorgerà la nuova sala hi-tech

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