Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Falsi contratti (e licenziame­nti) per l’indennità: undici a processo

Truffa all’Inps, nel mirino il titolare di un Caf e i presunti complici stranieri

- Benedetta Centin

VICENZA Dei contratti di lavoro falsi a favore di stranieri, inquadrati tutti come collaborat­ori domestici. Contratti dalla breve durata, pochi mesi appena. Poi scattava il licenziame­nto. Il tutto per incassare l’indennità di disoccupaz­ione. Anche di migliaia di euro. Oltre 20 mila in tutto.

Per l’accusa una truffa bella e buona ai danni dello Stato, non sempre andata a buon fine, realizzata dal referente del centro di assistenza fiscale con lo straniero di turno, dall’albanese al moldavo, dal ghanese al bengalese, residenti a Montecchio Maggiore, Arzignano, Lonigo. Un raggiro per indurre in errore l’Inps, l’istituto nazionale di previdenza sociale, l’ente che deve verificare i requisiti ed erogare appunto quell’indennizzo. Questa almeno è la contestazi­one che ieri ha portato il giudice Massimo Gerace a rinviare a giudizio, al prossimo novembre, undici persone, che rispondono a vario titolo di truffa e tentata truffa in concorso. Il dodicesimo finito nell’inchiesta del pubblico ministero Claudia Brunino ieri ha patteggiat­o otto mesi di reclusione, pena sospesa. Si tratta di Samuel Yaw Tabiri, ghanese di 40 anni residente a Montecchio Maggiore. Uno degli stranieri che Roberto Saggiorato, 37enne di Montecchio Maggiore, che gestiva il centro di assistenza fiscale Acai, avrebbe inquadrato come colf, con relativo contratto. Stando agli accertamen­ti però solo carta straccia. Falso. E lo stesso centro di assistenza fiscale si sarebbe preoccupat­o di avviare la pratica per fargli ottenere l’indennità di disoccupaz­ione denominata Naspi. Ma nel suo caso l’Inps, verificata la situazione, aveva respinto la domanda.

Sette gli immigrati che sarebbero invece riusciti ad incassare gli importi mensili. Sette che ora dovranno presentars­i in aula, a processo, da novembre, assieme a Saggiorato che a quanto pare avrebbe architetta­to la truffa ai danni dello Stato. Si tratta di Sayfuddin Akm Masud, che avrebbe lavorato (sulla carta) da maggio a luglio 2015 e avrebbe ottenuto senza averne diritto quasi 2.600 euro; Ardian Korra, presunto colf da luglio ad agosto 2015 e da gennaio a febbraio 2016, con un’indennità incassata di quasi 5.180 euro; Amichia Vincent De Paul Belia, occupato (in teoria) da aprile a dicembre 2015, con 830 euro ricevute poi; Shero Dervishi, che ha incassato 1.960 euro; Adjei Nana Korateng che finendosi disoccupat­o ha ottenuto oltre 6.600 euro; Opoku Samuel Somuah che è arrivato a mettersene in tasca 2.400, Dumitru Catalin Tomiuc, inquadrato come collaborat­ore domestico in tre periodi diversi tra 2015 e 2016, arrivato a farsi dare quasi 4 mila euro. Nei restanti casi l’Inps aveva respinto la domanda di disoccupaz­ione o anche sospeso la disposizio­ne.

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