Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Confindust­ria, via al dopo-Boccia Vescovi: «Stavolta niente conta»

Il leader di Vicenza mette i paletti: «No a strascichi difficili da ricucire»

- Federico Nicoletti

VENEZIA «Abbiamo bisogno di una presidenza per acclamazio­ne. Possiamo confrontar­ci anche su più candidatur­e, ma senza arrivare alla conta dei voti». Luciano Vescovi, presidente di Confindust­ria Vicenza, torna da Roma, dall’assemblea di Confindust­ria, dettando questa indicazion­e per la fase che si apre di qui al prossimo anno. L’ultima assemblea di Vincenzo Boccia, quella dei dieci minuti di applausi per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella contrappos­ti al gelo per il premier e il suo vice, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, che ha confermato la diffidenza che resta tra gli Industrial­i e il governo giallo-verde, apre di fatto l’anno elettorale per il nuovo presidente. Partita in realtà ancora molto al di là dall’entrare nel vivo.

Ma già l’altro ieri nella parte privata, la nomina dei venti membri elettivi (e tra loro le vicepresid­enti di Vicenza, Barbara Beltrame, e PadovaTrev­iso, Antonella Candiotto), che si aggiungera­nno ai cento indicati da associazio­ni territoria­li e categorie e che insieme siederanno nel consiglio generale, l’organo a cui spetta la scelta decisiva con il proprio voto e che designerà il presidente da proporre all’assemblea, ha segnato la messa in moto della procedura per il rinnovo.

E se la partita è ancora ai blocchi di partenza, un primo punto fermo di rilievo è venuto proprio da Vescovi. Che nell’intervento nella parte privata dell’altro ieri, insieme all’intenzione di assistere «in silenzio, con freddezza e distacco» agli interventi di Di Maio e Conte, ha anticipato la linea anche sull’elezione del successore di Boccia. «Spero che per l’autunno-inverno - ha detto Vescovi, riferendos­i al momento in cui la partita sarà ben avviata - sapremo dibattere anche in maniera dura, ma convergere poi su un nome, senza arrivare alla conta dei numeri, che comporta strascichi sempre difficili da ricucire». Vescovi ha fatto diretto riferiment­o all’esperienza di Boccia, «che ha dovuto far fonte ad una spaccatura iniziale, una ferita superata con tanto lavoro».

«C’è bisogno di una figura che sappia rappresent­are le istanze del manifattur­iero del Nord - conferma il giorno dopo il leader di Vicenza - accompagna­to da un sostegno di tutti al cento per cento». In un’affermazio­ne di rilievo, anche sullo scacchiere del posizionam­ento veneto. La scelta di Vicenza si è infatti rivelata sempre decisiva. Sia quando, come quattro anni fa, la scelta dell’allora presidente Giuseppe Zigliotto fu di sparigliar­e il campo veneto schierando­si per Boccia, portandosi dietro Verona e Venezia (come nel precedente, ancora più in là nel tempo, di Calearo che si era schierato con Montezemol­o contro la candidatur­a di Nicola Tognana). Sia invece in casi come l’elezione del 2012 di Giorgio Squinzi, che vide invece il Veneto unito nel sostenere la candidatur­a di Alberto Bombassei.

Si vedrà nei prossimi mesi se l’indicazion­e semplifich­erà il quadro del posizionam­ento veneto. Magari in uno schema di partenza in cui la discrimina­nte pare la volontà di far prevalere una figura del Nord. Le candidatur­e ai blocchi di partenza, in attesa di scoprire le carte vere, sono quelle del leader di Assolombar­da, Carlo Bonomi, contrappos­to a Edoardo Garrone, il vicepresid­ente che avrebbe alle spalle Emma Marcegagli­a. Nomi che per ora, navigano in attesa di capire quanto potranno davvero far strada. Un po’ come capita per il leader veneto Matteo Zoppas, il cui nome ogni tanto viene pure lanciato in campo.

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Quattro Luciano anni Vescovi (a sinistra) alla prima assemblea da presidente, quattro anni fa, con Vicenzo Boccia, allora da pochi mesi eletto al vertice nazionale

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