Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mercatone Uno, parte dal Veneto il comitato delle aziende beffate
BASSANO «I crediti non diventino carta straccia. Vogliamo scansionare ogni passaggio della gestione commissariale, andare al Ministero per lo sviluppo economico ed intavolare un dialogo costruttivo». Parole di William Beozzo, presidente di Confimi Industria Veneto e promotore dell’Associazione fornitori Mercatone Uno costituitasi ieri a Bassano per tutelare i diritti di chi abbia evaso ordini a favore della catena di 55 negozi della rete romagnola, ceduti la scorsa estate alla società Shernon Holding, senza esser stato pagato. Caso comune ad almeno 500 aziende italiane, molte con sede in Veneto, che avanzano in tutto, con le fatture emesse anche in precedenza, 250 milioni di euro. Il marchio di Imola era stato ammesso all’amministrazione straordinaria nel 2015 e, nell’agosto 2018 i commissari divisero i negozi cedendone 13 a Cosmo Globo e gli altri a Shernon, costituita sette mesi prima e intestata al vicentino Valdero Rigoni, sede a Milano e capitale di un milione, con l’impegno a far entrare finanziatori maltesi.
Invece Shernon ha chiesto l’ammissione al concordato in continuità a inizio aprile, seguita dalla nomina, l’11 aprile, dal Tribunale fallimentare di Milano, di un nuovo commissario. Come abbiano potuto i precedenti amministratori straordinari fidarsi di Shernon, in sostanza, è il primo interrogativo. «Centinaia di fornitori si sono sentiti usati dai commissari – evidenzia Beozzo – anche alla luce del fatto che i 250 milioni di crediti erano prededucibili». L’obiettivo dell’associazione è di far chiarezza e «progettare linee guida di azioni giudiziali, ed immaginare anche «azioni, collettive, per la tutela dei diritti di creditori specificati, mantenendo un canale comunicativo continuo e diretto con il Mise».