Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Al supermercato scivola, fa causa e viene risarcito
Coldiretti: «Distrutti interi raccolti, si rischia di trovare falsi made in Italy»
VENEZIA Non c’è pace per l’agricoltura. Prima la siccità ora una nuova ondata di maltempo, che si somma alle grandi precipitazioni, con grandine e neve, viste questo mese. Risultato: si rischia di perdere un frutto su quattro, tra pere, fragole, ciliegie, nespole e albicocche. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Veneto, che sta tracciando un primo bilancio sugli effetti di una «primavera maledetta». «Gli agricoltori hanno corso contro il tempo per salvare i raccolti e portare le primizie nei mercati di Campagna Amica — fa sapere l’associazione di categoria — per sostenere l’economia e l’occupazione locale. La situazione peggiore è quella delle pere, con perdite fino al 70%, e delle ciliegie, con oltre il
50% del primo raccolto andato distrutto. Pioggia e grandine non hanno risparmiato nemmeno albicocche e fragole, ortaggi, insalate e radicchi. Hanno bloccato le semine dei piselli e i trapianti dei pomodori».
Solo alle pere nella nostra regione sono dedicati circa
3mila ettari, per una produzione di 70mila tonnellate, pari a 66 milioni di euro. Si rischia di perderne oltre la metà. Un disastro che comincia ad avere ricadute importanti anche sul resto dell’economia. «In queste condizioni si è ridotta le disponibilità di frutta e verdura nel carrello della spesa, con conseguente aumento dei prezzi (fino a 8,50 euro al chilo le ciliegie, ndr) — avverte Coldiretti —. Bisogna poi aumentare i controlli per evitare che vengano spacciati per made in Italy prodotti importati. E’ indispensabile verificarne l’origine nazionale, strategia che garantisce il miglior rapporto qualità-prezzo, ottimizzando la spesa».
Il tempo instabile, con piogge e addensamenti nuvolosi, secondo l’Arpav durerà almeno fino a mercoledì e nel frattempo la situazione in Veneto resta critica per i campi. I fiumi sono ingrossati, così come i laghi. «Nelle campagne non si distinguono più i fossati dalle capezzagne — riferisce Coldiretti — il mais nel Veneziano è già in asfissia nei campi allagati, il raccolto di fieno maggengo dell’Alta Padovana è perduto, a Lusia le coltivazioni di insalata sono sommerse, niente ciliegie nel Vicentino, colpite prima dalla grandine e poi dagli acquazzoni, che hanno causato la tracimazione dei canali. Le api non impollinano, frane e stalle sono in difficoltà sulla montagna bellunese. Gli agricoltori annunciano un 60% di perdite, quindi bisogna attivare il fondo di solidarietà nazionale. Si è verificata una vera strage di cereali, girasole, verdure, oltre a danni a vigneti, agrumeti, oliveti e alle infrastrutture: stalle scoperchiate, strade rurali franate, serre distrutte».
Sta iniziando la conta dei danni. Anche sulle spiagge: 12mila metri cubi di sabbia appena sistemata erosi sugli arenili di Eraclea e Jesolo, tre file di ombrelloni spazzati via a Caorle nei giorni scorsi, un metro di dislivello tra mare e spiaggia a Sottomarina, dove i lidi erano già stati preparati. Ora il ripascimento arriverà a venti metri dalla spiaggia. E tutto questo accade a stagione iniziata.
Gli agricoltori veneti contano già un 60% di perdite