Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Grandi Navi, Mose e flussi turistici L’Unesco rinvia la «pratica» Venezia
Segnalate le criticità, si deciderà il prossimo anno: 8 mesi per rimediare
VENEZIA Tutto rinviato al prossimo anno. Venezia si «salva», almeno per ora dalla black list dell’Unesco. La «draft decision», ossia la bozza di decisione preparata in vista della riunione annuale che si terrà a luglio a Baku, dà infatti altri otto mesi a Ca’ Farsetti e al governo perché gran parte delle iniziative previste sono rimaste ancora solo sulla carta. Dalle navi (su cui però apre alla soluzione canale dei Petroli e Vittorio Emanuele caldeggiata dal sindaco e dal governatore del Veneto: «È stato riconosciuto l’impegno del Comune per la salvaguardia di Venezia», dice Brugnaro) al Mose, dalla gestione del turismo alle ripercussioni dei cambiamenti climatici.
«Un miglioramento nello stato di conservazione e ulteriori progressi nella mitigazione sono ancora necessari per mantenere l’autenticità e l’integrità della città e proteggere il sito a un livello che possa prevenire l’iscrizione nella lista dei siti patrimonio dell’umanità in pericolo», scrivono la world Heritage Centre, Icomos e Iccrom, le agenzie strumentali dell’Unesco. Tanto basta a scatenare la reazione stizzita di Italia Nostra. «Una decisione che lascia stupefatti, essendo anche in contraddizione con atti precedenti», scrive il consiglio direttivo della sezione di Venezia elencando tutta una serie di criticità. A partire dal fatto che l’Unesco «saluta il percorso alternativo identificato per la riallocazione della navi superiori a 40 mila tonnellate a Marghera» e quindi ancora in laguna. «Ma l’opzione Marghera non esiste più come non ci sono i provvedimenti sul turismo: tornelli e spostamento dei lancioni lontano da San Marco sono revocati — attacca Italia Nostra —. Ignorano che la delibera “blocca alberghi” riguarda solo una piccola parte del territorio comunale, che non è stato coinvolto il sindaco di Chioggia dove c’è il deposito Gpl. L’Unesco preferisce chiudere gli occhi, in questo modo contraddicendo il loro compito fondamentale: la tutela e la salvaguardia del patrimonio mondiale». In realtà l’Organizzazione delle Nazioni Unite chiede maggiori dettagli e soprattutto, che le misure siano applicate. A partire dall’estromissione delle crociere da San Marco: «Nuove misure sono state messe in campo per permettere comunque le navi di raggiungere la Marittima ma il cronoprogramma dettagliano e il piano complessivo del progetto, incluse le valutazioni di impatto devono ancora essere fornite». «Nel documento si definisce positivamente con un “welcome” la soluzione che fa passare le navi attraverso il Vittorio Emanuele alla Marittima e far accostare nel nuovo terminal di Marghera quelle più grandi, salvaguardando così l’industria crocieristica — dice il sindaco Brugnaro — E’ la soluzione ferma sulla scrivania del ministero delle Infrastrutture, non ci sono più alibi la comunità internazionale ci chiede di andare avanti, il Vittorio Emanuele è la soluzione più rapida ed urgente senza pregiudicare alternative più a lungo termine».
L’Unesco chiede sviluppi anche sul Mose e sulla road map dettagliata sulla laguna su cui però il Comune non ha competenza. Diverso il discorso invece sul turismo («su cui Venezia resta soggetto cumulativo delle minacce potenziali).