Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Si reinventa stilista a 54 anni «Ora volo con il mio sogno»
Laura si è licenziata cambiando vita. «E sono felice»
Reinventarsi stilista BREGANZE passati i 50 anni, mettendo in pratica quel sogno di gioventù che era sempre rimasto in fondo al cassetto. E scoprire che i capi nati nella mente come idee, poi trasformati in realtà dalle mani di un’abile sarta, riscuotono un grande successo. È la storia di Laura Milan, creativa di Breganze che pochi giorni fa ha tenuto la seconda sfilata delle proprie creazioni.
«Mi sono licenziata a gennaio, ho deciso di prendere il volo. E sono contenta - racconta - quello che voglio è una cosa piccola, non mi interessa il business: il mio desiderio è tirar fuori la mia anima, far felici le signore che vogliono sentirsi belle con questi miei abiti senza aspettarsi conferme dall’esterno. Donne divise fra amore e famiglia, per troppo tempo abituate a mettersi in secondo piano: persone con i graffi nel cuore, che rifiutano di inscatolare la propria anima e che sanno che la femminilità non è un tacco a spillo con la minigonna».
Milan, 54 anni, ha tenuto una prima sfilata della sua linea, «Parfum d’âme Laure», lo scorso autunno con 25 creazioni. Sono andate a ruba e l’evento stesso – con amiche e conoscenti a fare da modelle in passerella - è stato un grande successo. Qualche giorno fa nella distilleria Zanin di Zugliano si è svolto il secondo evento, questa volta con 50 abiti: tutti pezzi unici.
Tutto nasce dal sogno che Milan coltivava fin da ragazza, creare abiti con il proprio stile. La stilista fino a pochi mesi fa lavorava come commessa in una catena di alimentari e in passato, trent’anni fa, aveva aperto in proprio un negozio di vestiti con l’ex marito. «Le vicissitudini della vita ci portarono poi a chiuderlo. Trovai altri lavori, per mantenere la mia famiglia, anche buone occupazioni: dentro mi sentivo però soffocare, non potevo esprimere la mia creatività. E nel cuore mi rimase sempre un desiderio, che coltivavo sin da bambina: ricreare per me un vestito di pizzo, un abito molto particolare e in stile anni ‘40, come quelli di cui mi parlava mia nonna descrivendo la bisnonna francese. Tre anni fa trovai una cartolina che ritraeva un bellissimo vestito d’epoca, e allo stesso tempo uno splendido tessuto di pizzo verde. Ma inizialmente non trovavo nessuno che lo confezionasse, era troppo particolare».
Milan lo indossa ad ogni sfilata, «è uno dei miei pezzi più belli», e l’ha messo al suo secondo matrimonio. Ad un certo punto infatti la thienese ha trovato una sarta in gamba che ha accettato di cucirlo. Non solo, era disposta a provare a trasformare in realtà anche le altre idee della ormai ex commessa: creazioni che esaltano la femminilità in modo diverso dal convenzionale, capaci con materiali, componenti e curve non banali di esprimere la personalità di chi li indossa.
La prima sfilata è nata quasi per caso, con delle amiche con cui Milan si incontrava in serate dedicate alle letture di poesie, «sono molto amante di Pablo Neruda. Pensai di organizzare una serata particolare, che unisse la bellezza delle stoffe alla forza delle parole in versi». Gli appuntamenti all’aperto in giardini privati, all’inizio per pochi intimi, hanno riscosso sempre più successo, tanto da portare alla prima vera sfilata. E l’apprezzamento ha ottenuto un «bis» ancora più intenso qualche giorno fa, al secondo evento, con biglietti d’ingresso andati rapidamente esauriti.