Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Tifoso della Samb ferito, i testimoni «Ho visto l’agente che lo colpiva»
VICENZA Il furgone della polizia che accosta e sul marciapiede a fianco i tifosi della Sambenedettese che corrono verso i loro pulmini. In quel momento «il poliziotto che stava in posizione più esterna, verso la ringhiera, colpisce da dietro un tifoso con il manganello colpendolo al lato destro della nuca». Il tifoso a quel punto «cade a peso morto con la faccia a terra. Non si è più mosso». E «dopo il primo colpo riceve altri colpi». Era il 5 novembre 2017, al termine della partita tra il Vicenza e la squadra marchigiana, fuori dallo stadio Menti, quando il supporter della Samb Luca Fanesi venne trovato a terra, in gravissime condizioni. Quella riportata è solo una delle testimonianze raccolte dagli investigatori vicentini e riportata nella memoria depositata dall’avvocato del tifoso marchigiano ferito, Fabio Anselmo, che si è opposto alla richiesta di archiviazione del fascicolo, rimasto a carico di ignoti. L’udienza per la discussione è in programma a Borgo Berga per il 12 luglio prossimo. Per la famiglia non ci sono gli estremi per archiviare, si deve andare a fondo, arrivare ad individuare chi ha stravolto la vita al tifoso e padre di famiglia di 45 anni, finito in coma e rimasto ricoverato all’ospedale San Bortolo di Vicenza per 117 giorni, dimesso con un’invalidità del cento per cento. I tifosi sentiti dalla polizia parlano di un agente in particolare: «il più alto di tutti» e robusto. «Mentre Luca veniva verso di me ho visto dietro di lui tre celerini. Uno di loro ha alzato il braccio e lo ha colpito all’altezza della testa» è ancora una delle testimonianze messe agli atti. L’avvocato Anselmo, lo stesso del caso di Stefano Cucchi, aveva anche chiesto di effettuare i test del dna per individuare eventuali tracce di sangue o biologiche sugli sfollagente del reparto di polizia Padova 211, al centro del caso: i manganelli sono infatti stati sequestrati ma non esaminati. (b.c.)